Riparte la Legge elettorale, ma subito tensione Fi-Lega

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Un momento alla Camera ANSA/GIUSEPPE LAMI
Un momento alla Camera ANSA/GIUSEPPE LAMI

ROMA. – Dopo tre mesi dal voto a scrutinio segreto che l’8 giugno fece saltare in Aula l’accordo sulla legge elettorale, mercoledì prossimo riparte il confronto in Commissione Affari costituzionali della Camera, dove il testo fu rinviato dopo il flop. E mentre Fi sollecita gli altri partiti a ripartire dal “Fianum”, cioè il proporzionale su cui si era trovata una intesa, la Lega – rinfocolando la tensione con gli alleati di centrodestra – rilancia il Mattarellum, com M5s che si tira fuori e il Pd restio a qualsiasi passo che lasci fuori i pentastellati dall’accordo.

Proprio il relatore alla legge, il Dem Emanuele Fiano, che ha dato il nome alla legge, e il capogruppo Ettore Rosato, hanno sottolineato che il Pd pone come “condizione” di non escludere nessuno dei quattro partiti che a giugno raggiunsero l’intesa (M5s, Fi, Lega oltre allo stesso Pd). In più Fiano sottolinea l’esigenza di “allargare” l’accordo, dato che è ripreso il dialogo con Ap anche su altri temi (candidature in Sicilia, ius soli).

A giugno la rottura tra Pd e Ap fu sulla soglia di sbarramento al 5% del “Fianum”: allora Angelino Alfano disse “meglio l’attuale sistema”, cioè l’Italicum modificato dalla Consulta, che ha lo sbarramento al 3%. Ed ecco che Mdp, con Alfredo D’Attorre accusa i Dem di puntare al nulla di fatto proprio per venire incontro ad Ap. FI, con Francesco Paolo Sisto, invita gli altri partiti dell’accordo di giugno alla ragionevolezza e a ripartire da quella intesa, cioè dal proporzionale. Tale sistema, secondo gli osservatori, consentirebbe a Berlusconi di avere dopo le urne maggiori margini di manovra sulla coalizione di governo.

Matteo Salvini ha però rilanciato il Mattarellum, cioè i collegi uninominali che implicano la definizione di una coalizione prima delle urne. Per stemperare la tensione con il carroccio, Renato Brunetta ha rilanciato sostenendo che il centrodestra unito vincerà “con qualsiasi legge elettorale”. Quanto al M5s, il “non possumus” di Luigi Di Maio domenica a Cernobbio, è stato confermato da Danilo Toninelli, che ha indicato nei vitalizi la priorità del Movimento. Insomma sembra aver ragione il presidente della Commissione, Andrea Mazziotti, quando dice che “essere ottimista non è facile”.

E un grido di dolore arriva anche dal presidente del gruppo Misto, Pino Pisicchio: “i due lacerti delle vecchie leggi consegnatici dalla Consulta darebbero l’ingovernabilità certa”. A complicare il cammino sono le norme sul Trentino Alto Adige modificate l’8 giugno con il voto a scrutinio segreto che fece saltare l’intesa: i collegi uninominali furono sostituiti dal proporzionale. Ma i collegi in Trentino Alto Adige sono essenziali per il Pd per garantire il patto con la Svp.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)

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