Costituente, la sfida finale di Maduro

CARACAS – L’Assemblea Costituente promossa da Nicolas Maduro, di cui domenica prossima si devono eleggere i 553 membri, rappresenta l’ultima mossa dell’erede di Hugo Chavez per mantenersi al potere, dopo la dura sconfitta chavista nelle elezioni politiche di dicembre del 2015.
La maggioranza dell’opposizione nel Parlamento unicamerale di Caracas (109 seggi contro i 55 del chavismo) non ha mai di fatto esercitato alcun potere, giacché il Tribunale Supremo di Giustizia (Tsg) ha dichiarato illegale il Potere Legislativo nel gennaio del 2016, in base a denunce di brogli per l’elezione di tre deputati dello stato Amazonas, nel sud del paese.
Nel marzo scorso, poi, il Tsg ha emesso due sentenze nelle quali aboliva l’immunità parlamentare dei deputati e assumeva in toto le competenze del Legislativo. Denunciate come golpiste dall’opposizione e la Procuratrice Generale, Luisa Ortega Diaz, queste sentenze hanno scatenato un’ondata di protesta nel paese, nella quale sono già morte più di 100 persone.
E così lo scorso primo maggio Maduro ha annunciato la convocazione per decreto di un’Assemblea Costituente, con “poteri sovracostituzionali”, con il compito di cambiare l’ordinamento giuridico dello Stato e “aprire una nuova fase di pace, crescita e giustizia”. L’iniziativa è stata denunciata come incostituzionale ed antidemocratica dall’opposizione e da Ortega Diaz, e numerosi governi ed organismi internazionali ne hanno chiesto la sospensione, avvertendo che non servirà a risolvere la grave crisi economica e sociale che attraversa il paese, e renderà ancora più acuta la polarizzazione politica.
La Commissione di Venezia – organo consultivo in materia costituzionale del Consiglio Europeo – in un parere diffuso la settimana scorsa ha determinato che Maduro ha violato la Costituzione nel varare autonomamente le regole con le quali sarà eletta la Costituente, che risultano inoltre antidemocratiche.
Dei 553 membri della Costituente 364 saranno eletti su base territoriale, con un sistema che secondo gli esperti della Commissione non rispetta i criteri di uguaglianza e proporzionalità del voto. Gli altri 181 verranno scelti in base a un sistema corporativista – sul modello di quello dei regimi fascisti di Mussolini, Franco e Salazar – che secondo la Commissione di Venezia rappresenta “una flagrante violazione del principio dell’uguaglianza del voto”.
Sono infatti solo sette le categorie stabilite per questa elezione (imprenditori, pescatori ed agricoltori, invalidi, studenti, operai, membri dei consigli comunali e pensionati), il che significa che una parte importante dell’elettorato verrà discriminata, giacché potrà esprimere un solo voto (territoriale) e non due (territoriale e corporativo).
Per questi motivi, l’opposizione – ma anche settori dissidenti del chavismo e della sinistra, riuniti in una Piattaforma della Difesa della Costituzione- hanno chiamato all’astensione nelle elezioni di domenica, o al voto nullo per coloro che potrebbero vedersi obbligati a votare.
Il governo, infatti, ha disposto un complesso sistema di controllo per assicurarsi che gli impiegati pubblici e coloro che ricevono un qualche beneficio dallo Stato vadano a votare. Maduro ha chiesto esplicitamente che ogni ufficio pubblico prepari una lista di votazione in base all’organico delle singole amministrazioni. (ANSA)

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