Wimbledon: infinita Venus Williams, semifinale a 37 anni

LONDRA. – Infinita Venus Williams: nella sua 20esima apparizione a Wimbledon la 37enne statunitense coglie la sua 86esima vittoria su 100 partite giocate sulla nobile erba inglese, raggiungendo per la decima volta la semifinale. Vittima di giornata di Venere, la regina del Roland Garros Jelena Ostapenko. Uno scontro intergenerazionale: quando la più matura delle sorelle Williams faceva il suo esordio all’All England Club, era il 1997, la rumena aveva appena 15 giorni.

Si sono ritrovate contro: la senatrice dei Championships contro la più giovane rimasta in tabellone. In poco più di un’ora si è imposta Venus, conducendo in porto il match senza inciampi (63 75). Una vittoria che le consegna l’ennesimo record: con i suoi 37 anni e 29 giorni diventa la semifinalista più “matura” dal 1994 (Martina Navratilova).

Nessun segreto dietro la sua impressionante longevità: “Amo questo sport, non c’è altra spiegazione – le parole di Venus -. E’ solo per questo motivo che dedico al tennis così tanto tempo e dedizione. Cerco sempre di dare il meglio di me stessa. E’ uno sport bellissimo, che mi ha dato tanto”.

Una generosità che a Wimbledon le ha regalato cinque titoli (l’ultimo nove anni fa), ma anche due finali, e addirittura 10 semifinali. “Amo le sfide e sentirmi sotto pressione. Amo competere, perché bisogna sempre migliorare, non c’è nulla di definitivo”. Giovedì la attende l’idolo di casa Johanna Konta, che in due ore e 38 minuti elimina la numero due al mondo, Simona Halep (67(2) 76(5) 64).

Dopo 39 anni torna in semifinale sui prati di Church Road una tennista di casa (1978, Virginia Wade). La sconfitta, viceversa, costa carissima a Simona Halep: il primo posto nel ranking mondiale, che passa a Karolina Pliskova. Raggiunge per la seconda volta la semifinale a Wimbledon, la terza nei tornei dello Slam, la spagnola Garbine Muguruza – qui finalista nel 2015 – che in due set supera la russa Svetlana Kuznetsova (63 64).

Nel tabellone maschile, con 24 ore di ritardo, stacca il biglietto dei quarti di finale anche Novak Djokovic, superando in scioltezza il 29enne francese Adrian Mannarino (62 76(5) 64). La quarta vittoria di fila a Wimbledon, l’ottava sull’erba contando il trionfo di Eastbourne, senza perdere un solo set. Eppure il serbo non sa nascondere il disappunto per il posticipo del suo match, originariamente in programma lunedì, e posticipato per la maratona tra Gilles Muller e Rafael Nadal.

“E’ una decisione che non ho condiviso, avremmo potuto giocare sul Centrale – ha sottolineato Djoko -. Mi è stato detto che non è stato possibile spostarlo per ragioni di sicurezza, ma è una scusa”. Domani trova il ceco Tomas Berdych, semifinalista lo scorso anno, che lunedì ha avuto la meglio dell’austriaco Dominic Thiem. Squilibrato il computo degli scontri diretti, 25 a 2 a favore del serbo, che si è aggiudicato gli ultimi 12 confronti.

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