Xi Jinping da Putin, sempre più asse Mosca-Pechino

Vladimir Putin e Xi Jinping
Vladimir Putin e Xi Jinping

MOSCA. – Mosca e Pechino affinano l’intesa e – al netto di alcune ataviche diffidenze, una su tutte il timore della Russia che la Cina divenga fin troppo influente in Asia Centrale – puntano a ‘fare blocco’. Soprattutto in chiave anti Usa. E’ il senso della visita ufficiale di Xi Jinping nella capitale russa che avrà nei colloqui di domani il suo cuore pulsante: sul tavolo ci sono accordi pronti da firmare per un controvalore di oltre 10 miliardi di dollari.

Ma non è (solo) una questione di quattrini, seppure importanti. Xi Jinping, ospite di Vladimir Putin al Cremlino per una “cena informale”, verrà ad esempio insignito dell’ordine di Sant’Andrea, la più alta onorificenza russa sino ad oggi concessa a soli due capi di stato, il kazako Nazarbaiev e l’azero Geidar Aliev, padre dell’attuale presidente dell’Azerbaigian.

L’incontro, il terzo solo quest’anno, è stato definito da Putin come “un passaggio chiave” nello sviluppo delle relazioni bilaterali fra Cina e Russia e i due leader firmeranno due dichiarazioni congiunte: una sul rafforzamento dei rapporti e la cooperazione strategica e una sulla situazione attuale nel mondo.

Xi Jinping, alla vigilia del viaggio, in un’intervista ha nuovamente puntato il dito contro il progetto degli Usa d’installare lo scudo missilistico THAAD in Corea del Sud, gemello ‘diverso’ (ma non troppo) del sistema difensivo Nato in corso d’attuazione nell’Europa dell’Est. Pechino ha definito la mossa di Washington colpevole di alterare l’equilibrio strategico nell’area e di minacciare gli interessi di Russia e Cina, allineandosi sostanzialmente con ciò che Putin ha sempre sostenuto.

Un monito che risuona ancor più cupo dopo l’episodio del contestato passaggio del cacciatorpediniere Uss Stethem nel mar meridionale cinese, vicino alla piccola isola Triton contesa tra Cina, Taiwan e Vietnam. Pechino ha inviato navi e aerei per intercettare la nave.

Insomma, l’intesa fra l’Orso e il Dragone potrebbe ben presto tramutarsi in un vero e proprio ‘asse’. Mosca, d’altra parte, è alle corde: l’economia langue (il Pil russo resta dieci volte inferiore a quello cinese), il rapporto con l’Europa è difficile, i progetti dei nuovi gasdotti in un limbo, tra sanzioni Usa e incertezze di Bruxelles.

Con la Cina invece è tutt’altra musica. Presto partiranno le forniture di ‘oro blu’ dalla Siberia e la Nuova via della Seta rappresenta per la Russia un’enorme opportunità. Non a caso il Cremlino sottolinea che fra i “temi chiave” ci sarà quello di “allinearla all’attività dell’Unione Economica Euroasiatica”, al contrario a trazione russa. Le incognite, in questo ‘risiko’ ambizioso quanto fragile, sono molteplici: ma la direzione è sempre più chiara.

(di Mattia Bernardo Bagnoli/ANSA)

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