Ministro Calenda: “La priorità è il taglio delle tasse alle imprese”

Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calende, durante un suo intervento.
Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda
Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda

ROMA. – La “priorità” è il taglio delle tasse sulle imprese e non dell’Irpef, che per essere efficace e utile a rilanciare i consumi interni dovrebbe essere “gigantesco”. Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, lo dice chiaro e tondo davanti alla platea di Confesercenti riunita per l’assemblea annuale, senza timore di smontare un tassello importante del programma fiscale di Matteo Renzi.

Si definisce “un politico pro tempore” Calenda e, proprio per questo, sottolinea di poter parlare “con libertà: dire che ci sarà un tavolo, una legge, uno statuto è il modo in cui vi fanno fessi da 30 anni, perché riempie lo spazio di una conferenza stampa e di agende”. Il punto, invece, “non è avere una legge simbolo, ma dei contenuti” e procedere sulle cose concrete da fare. “Dicendo le cose come stanno”, insiste.

Di qui, la sua ricetta sulla diminuzione delle tasse che “deve essere sulle imprese e non generalizzata”. E quella del fisco è una delle partite più importanti e delicate, in vista della Legge di Bilancio e sotto il faro della Commissione Europea. In una fase in cui il Paese deve proseguire sulla via della crescita e rafforzarla, anche sulla scia dell’Ue, come dice il premier Paolo Gentiloni, “l’andamento economico dell’Europa è migliore del previsto e l’Italia, sia pur a fatica, si è agganciata a questo andamento, ma per non perdere questa occasione abbiamo bisogno di proseguire l’impegno, di spingere sulla crescita del mercato interno”.

A sottolineare come sia “prioritario rafforzare la crescita, l’aumento dell’occupazione e delle retribuzioni per sostenere la fiducia delle famiglie e la domanda interna” è anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato proprio all’assemblea di Confesercenti, rimarcando che “allo stesso tempo è necessario proseguire con le riforme”.

Calenda spiega il suo ragionamento, accolto più volte dagli applausi della platea. “La priorità è abbattere il carico fiscale sulle imprese – dice – che costa immensamente meno rispetto al taglio dell’Irpef”. Che resta “la via maestra” ma che “non siamo in grado” di percorrere perchè significherebbe “fare un taglio gigantesco”. Invece “dobbiamo insistere” per avere una tassazione sulle imprese più bassa, perché in questo caso “la platea è più piccola” e il “ritorno maggiore”.

E su questo capitolo sollecita ancora gli imprenditori, domandando: è più importante questo “o che un politico venga qui e dica tolgo 50 euro all’anno per tutti: secondo voi quello rilancia i consumi?”. Insomma: bonus no grazie. La strada indicata da Calenda viene, ovviamente, accolta positivamente da Confindustria. “Le imprese non sono dicotomiche con le famiglia, perché se crescono le imprese cresce l’occupazione”, commenta infatti il presidente di viale dell’Astronomia, Vincenzo Boccia.

E viene respinta dai sindacati che, al contrario, insistono sulla riduzione delle tasse ai lavoratori dipendenti e ai pensionati. Calenda chiede alle imprese anche di dare un contributo diretto, di indicare quali possono essere le defiscalizzazioni o ulteriori strumenti su cui investire, in vista della prossima cabina di regia a settembre su Industria 4.0 o ‘Impresa 4.0’, come lo stesso ministro l’ha ribattezzata già dopo l’assemblea di Confcommercio e la “strigliata” del presidente Carlo Sangalli.

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