Un “Festival di pubblica utilità” per imprese e cittadini

IMOLA (BOLOGNA). – Sarà Imola, dove 143 anni fa sorse la prima coop di produzione e lavoro (Ceramica, ndr), ad ospitare il 20 ottobre il ‘Festival di Pubblica utilità’ (le cui radici risalgono ad un paio d’anni fa dall’incontro tra il sindaco Daniele Manca e il direttore di Comunica Guelfo Guelfi), che ha ricevuto il patrocinio della Presidenza del Consiglio. E’ il primo festival dedicato al valore pubblico, su cui i livelli di conoscenza appaiono ancora contenuti e legati ai soggetti che erogano i servizi. Non c’è, in buona parte nei cittadini, la consapevolezza di poterne esserne invece protagonisti, non solo come fruitori di servizi, ma partecipando alla creazione del bene comune.

Ad aprire questa nuova pagina sulla competitività dei territori, sulla coesione nelle comunità, sarà la Fondazione Symbola affiancata dal Comune di Imola e dalla controllata Con.Ami, con il supporto dell’Istituto di ricerca Ipsos.

“Il 20 ottobre – commenta il presidente di Symbola, Ermete Realacci – Imola sarà la capitale della pubblica utilità perchè il futuro è sfida comune. C’è un proverbio africano che dice che che se vuoi andare veloce vai solo, se vuoi andare lontano vai insieme agli altri: il rapporto fra istituzioni che funzionano, imprese, cittadini e comunità è essenziale per le sfide che abbiamo davanti a noi e questo è un appuntamento per tutti”.

Sede del Festival sarà la sala polivalente dell’Autodromo la cui società di gestione, Formula Imola, fino ad alcuni fa era in una situazione tale da risultare nella classifica ‘Cottarelli’ la terza da chiudere. Invece l’entrata del Con.Ami (2/o azionista di Hera spa) ne ‘raddrizzò’ letteralmente la situazione, tramutandolo in una struttura efficiente e proiettata ad espandere la sua offerta dallo sport allo spettacolo. Un esempio che quindi merita il palcoscenico e spiega come il pubblico può interagire nella società.

“Il festival – commenta il sindaco Daniele Manca – vuole essere l’occasione non per celebrare un modello, quello che siamo, ma per offrire al Paese un’opportunità di dialogo e di incontro. Per garantire all’Italia un futuro migliore offriamo la nostra piattaforma, quello di cui ci occupiamo ogni giorno nell’interesse generale: la pubblica utilità è un bel modo di pensare l’Amministrazione e di creare condizioni di relazione tra i cittadini”.

Intanto è partito il lavoro di ricerca dell’Ipsos. “Da una prima ricerca – spiega Nando Pagnoncelli – abbiamo approfondito i soggetti che erogano i servizi di pubblica utilità, quali sono le valutazioni espresse, ed è molto interessante osservare una forte domanda di efficienza e di grande capacità d’ascolto dei bisogni e di personalizzazione rispetto alle esigenze dei cittadini. Poi a settembre cercheremo di capire su un campione di persone come si sostanziano questi atteggiamenti, opinioni e comportamenti da mettere in atto per essere parte di una società dove il cittadino è chiamato a impegnarsi per il bene pubblico”.

“Mi ritrovo perfettamente – ha affermato in un messaggio il ministro Marianna Madia – nello spirito che anima l’idea del Festival di pubblica utilità, come momenti di incontro tra realtà diverse che tutte insieme concorrono al bene collettivo, rappresentando le tante buone pratiche di cui il nostro Paese è ricco”.

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