Italia recupera sulla crescita, ma resta il divario con l’Ue

Operai lavorando in un'industria metalmeccanica. Istat
Operai lavorando in un'industria metalmeccanica.
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ROMA. – Cifra tonda per il Pil quest’anno, con un 1% che sarebbe il miglior dato degli ultimi sette anni. E’ la previsione dell’Istat, che ha alzato le stime sulla crescita, ferme allo 0,9%. Il decimale che mancava per superare la soglia degli zero-virgola. Ma l’Istituto non dimentica di fare il confronto con il resto dell’Ue. Il risultato è che nonostante gli avanzamenti il divario resta. Se dall’inizio delle ripresa noi abbiamo recuperato l’1,9%, l’eurozona ci ha quasi doppiati (+3,5%). Tuttavia il segnale che arriva è chiaro ed è di “ottimismo”, dice il premier Paolo Gentiloni.

L’Istat parla, infatti, di un Pil che va “consolidando in tal modo la fase di recupero avviata agli inizi del 2015”. E ciò grazie alla famiglie, che con i loro consumi stanno trainando l’economia. Mentre l’export sembra essersi trasformato in una zavorra. “Nel complesso nel 2017 il contributo estero risulterebbe lievemente negativo”, scrive l’Istituto di statistica nel rapporto sulle prospettive di primavera. I consumi invece continuano ad essere positivi ma perdono la velocità degli anni scorsi: non si va oltre un aumento dell’1,0% (dall’1,4% del 2016).

Sul rallentamento si riflette la fiammata dei prezzi, che, se da una parte ha trascinato l’Italia fuori dalla deflazione, dall’altra prende in contropiede il potere d’acquisto. E le imprese non hanno fatto mancare il loro contributo, vista la volata degli investimenti. Una corsa che continuerà anche nel 2017, secondo l’Istat. Non ultimo grazie alle politiche della Bce.

Una mano dovrebbe giungere poi dal mercato del lavoro, con l’occupazione in miglioramento e il tasso dei senza lavoro in discesa (dall’11,7% all’11,5%), tanto da permettere alla produttività di riprendersi il segno più dopo una lunga pausa. Anche sul fronte lavoro però i progressi dell’Italia sono sempre all’insegna della moderazione, nessun balzo che consenta di avvicinarsi ai Paesi virtuosi.

L’Italia si “mantiene distante” dall’area euro, spiega l’Istat. Ed è tanto più evidente quando si passa a considerare il Prodotto interno lordo. Da noi, negli ultimi due anni, il Pil ha totalizzato una crescita (+1,9%) inferiore a quella di Spagna (+5,6%), Francia (+2,1%) e Germania (+3,5%). Non solo, per l’Istat la ‘lentezza’ italiana è ormai una costante.

“La diversa intensità della crescita rispetto a quella dell’area euro costituisce una caratteristica dell’attuale ciclo economico”. Ma choc non sono esclusi. Un ulteriore impulso all’economia per l’Istat potrebbe venire dagli investimenti. Allo stesso tempo non mancano “rischi al ribasso”, dalle turbolenze dei mercati finanziari a quelle del commercio estero.

Gentiloni però vede positivo. Il premier, pur riconoscendo che le condizioni di crescita del Paese sono “graduali”, sottolinea “la spinta verso l’alto”. Un fatto che ci “incoraggia”. E, infatti, per il Governo l’Italia dovrebbe fare ancora meglio, centrando un +1,1%. Secondo il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, “stiamo recuperando” ma, ammette, “abbiamo ancora tanti disoccupati”.

Secco il commento della leader della Cgil, Susanna Camusso, secondo cui perché “cambino le cose devono cambiare i numeri della disoccupazione”.

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