Parte la riforma degli statali, novità su licenziamenti e precari

ROMA. – La riforma degli statali arriva in Consiglio dei ministri per ricevere il via libera finale. E’ uno dei capitoli più pesanti dell’intera riforma della P.a e uno dei più attesi, visto che senza le nuove regole non si riuscirebbe a sbloccare i contratti, fermi da otto anni. I decreti Madia intervengono su licenziamenti, assunzioni, premi: una sorta di nuovo Statuto del pubblico impiego. E non mancano ritocchi dell’ultima ora. Si ampliano le chances d’ingresso per i precari e si chiariscono le conseguenze di una ‘pagella negativa’, che può portare fino al licenziamento.

L’ultima versione dei testi riserva infatti qualche sorpresa, come l’inclusione nel piano straordinario di assunzione dei lavoratori che rischiavano di essere fuori per essere diventati ‘ex’, a causa della cessazione del contratto, prima dell’entrata in vigore del decreto. Saranno, infatti, ammessi al piano tutti coloro che risultano titolari di un rapporto di lavoro dal momento in cui è scattata la riforma ‘madre’, da cui i provvedimenti in questione discendono (28 agosto 2015).

Vengono superati alcuni ostacoli nella ricostruzione dell’anzianità necessaria, tre anni, per cui si dovrebbero poter sommare i periodi di servizio maturati in diverse amministrazioni. Inoltre si può essere anche chiamati da un ufficio diverso da quello in cui si lavora, ampliando così le chances.

Buone notizie anche per i lavoratori socialmente utili (come bidelli, custodi o addetti alle pulizie), con una proroga delle stabilizzazioni. Agli altri lavoratori ‘flessibili’, compresi i somministrati, sarà riconosciuto un vantaggio rispetto agli esterni (punti in più nei concorsi).

Novità last-minute si registrano anche in fatto di valutazione, gli effetti di una ‘pagella negativa’ saranno determinati su un doppio binario: per quel che riguarda il lato economico deciderà il contratto, mentre le ricadute disciplinari, che possono arrivare fino al licenziamento, spettano alla singola amministrazione, in base al piano delle performance adottato (in cui dovrà essere specificata l’ipotesi di scarso rendimento).

Nel decreto sarà inoltre prevista una fase ponte per la rivoluzione sulle visite fiscali, che non partirà prima di settembre. Intanto, invece, il ministero ha pubblicato una direttiva che prevede controlli a campione sulle assenze. Per completare l’intero progetto di riordino contenuto nella delega Madia mancano ancora i decreti bis sui licenziamenti lampo e sulle partecipate. Ma per dare l’ultimo sì a entrambi c’è ancora tempo.

Sta quindi per chiudersi un lavoro lungo, iniziato più di tre anni fa, e complesso, visto che in mezzo c’è stata anche la sentenza della Consulta che ha rischiato di far traballare tutto l’impianto. Una strada che è stata messa a punto anche con i sindacati, pur se le categorie del pubblico impiego avanzano ancora richieste (in mattinata c’è stato un sit in dei ricercatori di Cgil, Cisl e Uil).

(di Marianna Berti/ANSA)

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