Svolta di Trump in Afghanistan, pronto a inviare truppe

Truppe Usa in Afghanistan.
Truppe Usa in Afghanistan.

NEW YORK. – Gli Usa si apprestano a cambiare strategia in Afghanistan, preoccupati per la minaccia crescente costituita dai talebani. E se Barack Obama aveva avviato un processo di disimpegno, annunciando il ritiro graduale di tutte le truppe Usa dal Paese, Donald Trump sta pensando di inviare per la prima volta in diversi anni altri soldati: almeno 3 mila, riferiscono fonti del Pentagono, secondo cui si potrebbe arrivare anche a 5 mila uomini.

Le nuove forze si andrebbero ad aggiungere agli 8.400 militari americani già presenti, quelli ancora rimasti dopo che nel 2010-2011 fu raggiunto un picco di circa 100 mila uomini. Il piano – messo a punto dai vertici della difesa e delle forze armate – prevede anche una maggiore libertà del Pentagono nel dare il via libera a raid, bombardamenti e operazioni che coinvolgono le forze speciali al fianco di quelle locali, senza passare ogni volta per l’autorizzazione della Casa Bianca. Anche in questo caso, dunque, un rovesciamento della linea seguita dalla precedente amministrazione.

Mentre una svolta si prepara anche sul fronte della Siria, con il presidente americano che ha dato il via libera alla possibilità di armare direttamente le milizie curde, anche sul fronte degli armamenti pesanti.

Il dossier Afghanistan è già da tempo sulla scrivania dello Studio Ovale e potrebbe vedere la luce prima dell’imminente vertice della Nato, in programma a Bruxelles il prossimo 25 maggio, al quale parteciperà anche il tycoon. Quest’ultimo però non ha ancora deciso e alla Casa Bianca le bocche sono cucite.

Anche se con il recente lancio della ‘madre di tutte le bombe’ per distruggere i tunnel segreti dei talebani Trump ha dimostrato di voler cambiare decisamente passo. Anche perché le basi Usa in Afghanistan, fondamentali nella lotta ad al Qaida e all’Isis, si sentono sempre più minacciate, con le truppe americane che continuano a pagare in tributo di sangue.

Dietro alla possibile svolta c’è dunque la cerchia di generali di cui Trump si è circondato, a partire dal segretario alla difesa James Mattis, che ha lavorato alla proposta con il capo di stato maggiore Joseph Dunford. Ma nella West Wing – come su tanti altri delicati dossier – non c’è accordo. Il più convinto fautore di un’escalation militare in Afghanistan è un altro ex alto ufficiale, il consigliere per la sicurezza nazionale H.R. McMaster.

Ma all’interno dello staff presidenziale chi si oppone alla nuova strategia – temendo un’escalation che porti gli Usa a impantanarsi nuovamente in una guerra in Afghanistan – ironizza sulla “guerra di McMaster”, ricordando come il ‘falco’ H.R. fu dietro all’aumento delle truppe in Iraq ai tempi di George W. Bush.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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