Le scuse di Spicer per la gaffe su Hitler: “Ho deluso Trump”

Spicer
Sean Spicer

WASHINGTON. – Non sono passate nemmeno 24 ore da quelle parole che molti non avrebbero mai creduto di poter udire pronunciate dal podio della sala stampa alla Casa Bianca e Sean Spicer è già almeno alle seconde scuse pubbliche: appare contrito, sinceramente dispiaciuto, soprattutto consapevole di essersi avventurato in un terreno minato nel paragone tra Assad e Hitler, notoriamente materiale ‘off limit’.

Tanto che, esauriti anche i tentativi di rimediare, ammette: “Ho deluso il presidente…”. “Ho commesso un errore. Non c’è altro modo per dirlo. Ho toccato un argomento che non avrei dovuto e ho fatto casino. Spero la gente capisca che tutti commettiamo errori”.

Il portavoce della Casa Bianca è sul palco al ‘Newseum’ di Washington, sarebbe dovuto intervenire in un forum come ce ne sono tanti in città, questa volta sul rapporto tra il presidente Trump e la stampa, ma la sua intervista viene trasmessa live ed è tutta su quella gaffe in cui ha incautamente affermato che nemmeno Hitler era sceso così in basso da usare armi chimiche.

Trascurando il ‘dettaglio’ che il Fuhrer sterminò milioni di ebrei e non solo in camere a gas e campi di concentramento. Una delle pagine più buie della storia dell’umanità che il portavoce del presidente degli Stati Uniti ha distorto per condannare Assad e motivare la ritorsione Usa per il recente attacco chimico attribuito al regime siriano. Commettendo imprecisioni tali da innescare un coro di reazioni indignate, di rimproveri, di accuse di ignoranza, fino all’invito da parte di uno degli anchor di punta della Cnn, in diretta, a visitare il museo dell’Olocausto, che “si trova non lontano dalla Casa Bianca”.

Una gaffe in mondovisione che ha indotto anche la cancelliera tedesca Angela Merkel a reagire, ricordando che i paragoni con Hitler vanno evitati: “La posizione del governo tedesco è che qualsiasi confronto tra situazioni attuali e crimini nazisti non porta nulla di buono”, ha sottolineato il suo portavoce.

Una debacle che non ha (ancora) portato al licenziamento in tronco di Spicer – come chiesto dal direttore esecutivo del Centro Anna Frank o dalla leader della minoranza democratica Nancy Pelosi – ma che mette il portavoce della Casa Bianca adesso definitivamente sulla graticola, dopo le indiscrezioni già circolate in passato sull’insoddisfazione da parte di Trump per le sue ‘performance’ (perfino sull’abbigliamento del portavoce pare che il presidente abbia avuto da ridire).

Così il mea culpa è diretto all’opinione pubblica, ma le scuse sono dovute anche verso il commander in chief: “Credo di aver deluso il presidente in una giornata che sul piano personale e sul piano professionale non sarà ricordata certo come la mia migliore”.

(di Anna Lisa Rapanà/ANSA)

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