Pd-Grillo, dopo le querele la guerra si sposta a Genova

Il fermo immagine mostra il leader del M5S, Beppe Grillo, durante il suo discorso di fine anno, 31 dicembre 2016. ANSA/BLOG BEPPE GRILLO
Il fermo immagine mostra il leader del M5S, Beppe Grillo, durante il suo discorso di fine anno, 31 dicembre 2016.
ANSA/BLOG BEPPE GRILLO

ROMA. – “E’ lui o non è lui?” dice Enrico Mentana citando il ‘tormentone’ di Ezio Greggio che riassume bene il paradosso scoperchiato dal Pd sul blog di Beppe Grillo, che di Beppe Grillo non è. O almeno questo è quello che sostiene il fondatore del M5s che così si è difeso da una querela intentata dai democratici per un post diffamatorio comparso sul sito Beppegrillo.it.

“Il pezzo oggetto della querela del Pd era un post non firmato, perciò non direttamente riconducibile al sottoscritto. Nessuno scandalo. Se non il rosicamento del Pd per aver per il momento perso la causa” afferma Grillo, sempre dal blog ma in post che porta la sua firma.

“Nessuna diffamazione. Semplice informazione libera in rete. Maalox?” ironizza il comico genovese con un’altra citazione, questa volta autoriferita, che rimanda al mal di stomaco per la sconfitta del M5s alle europee del 2014 (“Intanto io mi prendo un Maalox, non si sa mai” disse).

E di Maalox pare ci sia bisogno anche a Genova, la città di Beppe Grillo, dove le comunarie per l’indicazione dell’aspirante sindaco M5s ha fatto emergere come vincente una candidata non proprio amata dalla cerchia dei 5 Stelle vicini alla consigliera regionale Alice Salvatore e al leader pentastellato.

“Vorrei chiedere a tutti di deporre le armi e far girare il calumet della pace: basta battibecchi su passato e trapassato, guardiamo avanti” dice la neocandidata Marika Cassimatis che ha superato per 24 preferenze (362 contro 338) il professore d’orchestra Luca Pirondini, che molti davano come il favorito. Quest’ultimo l’aveva definita “un’alleata dei voltagabbana che hanno usato il movimento per darsi visibilità e creare altre liste”.

Ma oggi, subito dopo l’appello della vincitrice, Pirondini ha pure chiesto di rendere pubblici nomi e numeri dei votanti. “E’ evidente che chi sostiene altre liste non avrebbe nemmeno dovuto votare” dice riferendosi ai simpatizzanti della lista ‘Effetto Genova’, formata da quattro consiglieri comunali genovesi fuoriusciti dal M5S.

“Ieri si è chiusa, nel peggiore dei modi, la parabola politica di Alice Salvatore” contrattacca Francesco Battistini, consigliere regionale ligure fuoriuscito dal M5S che attacca anche il ‘Metodo Genova’ per la formazione della lista “studiato e preparato da lei (Salvatore) fin nei minimi dettagli per poter occupare, con il candidato e una lista blindata di fedelissimi, tutti i ruoli istituzionali di Genova”. Ora, continua, “la base, calpestata e disconosciuta, l’ha bocciata sonoramente con un messaggio inequivocabile”.

E’ evidente che a questo punto le divisioni mettono a rischio la riuscita elettorale del M5s a Genova che i vertici vedevano, dopo Roma, come nuova città simbolo da espugnare anche in vista del governo nazionale.

Il Pd, che pure fatica a trovare a Genova un candidato unitario per tutto il centrosinistra, può tirare un sospiro di sollievo. Per ora lo scontro rimbalza su questioni giudiziarie nazionali: quelle sul blog (Grillo dice che il Pd ha perso la causa e il tesoriere dem Bonifazi lo smentisce) e quelle sulla Consip. Con reciproche accuse: Di Maio sostiene che il caso blog serve a coprire “in malo modo” l’affair Consip e il renziano Carbone replica, “non sa più su quale specchio arrampicarsi”.

(di Francesca Chiri/ANSA)

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