Berlusconi serra i ranghi di Fi: “Con il Pd diviso noi alternativa a M5s”

ROMA. – Tre ore di riunione con lo stato maggiore del partito e poi un pomeriggio intero a discutere con i capigruppo regionali di campagna elettorale per le elezioni amministrative (nelle zone chiamate al voto a primavera) e di programma, definito l’Albero della libertà e diviso in 10 punti. Silvio Berlusconi mette per un giorno in secondo piano l’affaire Milan e si dedica a Forza Italia, prima discutendo della situazione politica nazionale con lo stato maggiore azzurro e poi entrando nel dettaglio delle realtà locali.

Nel corso del pranzo l’ex premier avrebbe ribadito la necessità che Forza Italia si faccia trovare pronta in vista delle elezioni politiche che, stando anche ai contatti che i vertici azzurri hanno con gli ambasciatori Dem, non ci saranno prima del febbraio 2018: Il Pd è spaccato – è il ragionamento – Renzi perde consensi, l’M5s è stabile e quindi noi siamo gli unici a poter rappresentare l’alternativa credibile ai populisti.

Un occhio particolare è stato riservato alla legge elettorale ed i vertici Fi hanno fatto presente al Cavaliere che con i Dem impegnati in un congresso che si preannuncia “drammatico” non sono interlocutori affidabili per discutere delle modifiche all’Italicum. La convinzione di Forza Italia è che Renzi alla fine vincerà ma uscirà dalla battaglia molto indebolito per cui avrà bisogno di una coalizione e in questo senso vanno letti anche i movimenti di Alfano e Giuliano Pisapia.

Questo avrà come conseguenza che anche nel centrodestra i partiti saranno costretti a correre insieme. Una strada, a detta di alcuni dirigenti azzurri, difficile ma non impossibile visto che la commissione presieduta da Altero Matteoli e di cui fanno parte sia esponenti della Lega che di Fdi è ormai a buon punto per quanto riguarda la scelta delle candidature alle amministrative.

E proprio le elezioni locali ed in particolare quelle in Sicilia, sono un tema ‘caldo’ su cui lo stato maggiore azzurro ha chiesto a Berlusconi di occuparsene in prima persona. L’isola andrà al voto in autunno e quello costituirà una sorta di test per le politiche che, salvo sorprese, si terranno all’inizio del 2018.

Anche nella riunione con i coordinatori regionali durata oltre tre ore il Cavaliere ha ribadito la necessità che FI torni ad essere il “motore” del centrodestra: Non importa se ci sarà il premio alla lista o alla coalizione – avrebbe sottolineato- noi dobbiamo essere quelli incisivi.

L’auspicio del leader azzurro è ovviamente quello di essere presente al 100% in campagna elettorale grazie alla sentenza di Strasburgo che a suo dire non potrà che ridargli l’agibilità politica. Se non dovesse arrivare in tempo – ha comunque ribadito – io ci sarò ed avete visto in 20 giorni nel 2013 quanto abbiamo recuperato.

Nel vertice fiume non è mancato il capitolo dolente dei pagamenti. A prevalere ancora una volta è stata la linea dura: Prima pagava Pantalone – avrebbe esordito l’ex premier parlando di sé stesso – ora però per una questione di giustizia anche nei confronti di chi ha pagato le quote, chi non ha saldato entro il 28 febbraio sarà fuori. Il tesoriere avvierà le verifiche e chi non è in regola non verrà invitato al consiglio nazionale in programma per fine marzo.

Un ultimo avviso il Cavaliere lo ha voluto inviare ai transfughi che hanno lasciato il partito: Fi non è un taxi da usare solo per essere eletti. Alle prossime elezioni inoltre il Cavaliere ha comunicato ai quadri l’intenzione di voler candidare almeno 1|3 di volti nuovi provenienti dal mondo delle imprese e della società civile.

(Di Yasmin Inangiray/ANSA)

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