Dalle sex doll alle patate, quando il trash dilaga

ROMA. – L’ultimo attacco sessista in ordine di tempo arriva dal quotidiano “Libero”. Il giornale dedica la prima pagina al sindaco Raggi che appare in primo piano con il titolo ‘patata bollente’ ed un editoriale firmato da Vittorio Feltri in cui si paragonano le vicende della prima cittadina della Capitale ai ‘guai’ di Silvio Berlusconi e le ormai famose Olgettine.

Una scelta, quella effettuata dal giornale, che per una volta mette la politica d’accordo nel bollare come “volgare” l’affondo contro il sindaco capitolino. Mettendo da parte i distinguo e le divisioni interne, a fare da scudo alla Raggi ci pensano per primi i big del Movimento Cinque Stelle.

Ma basta andare indietro nel tempo e scorrere ad esempio i resoconti parlamentari per trovare una serie (e nemmeno poco numerosa) di episodi che poco hanno a che fare con lo scontro politico e che vedono i grillini ma anche altri esponenti di partiti politici protagonisti di attacchi volgari contro le donne.

E’ l’ottobre 2015 quando nel corso di una seduta di palazzo Madama, due senatori verdiniani Vincenzo D’Anna e Lucio Barani mimano un rapporto orale rivolgendosi alla collega del Movimento Cinque Stelle Barbara Lezzi. Un gesto che costò ai due parlamentari 5 giorni di sospensione dai lavori dell’assemblea.

Nel ventaglio degli insulti sessisti un posto lo occupa anche Matteo Salvini. Ad essere presa di mira questa volta è la presidente della Camera Laura Boldrini. E’ il mese di luglio 2016 e il segretario del Carroccio si trova ad una festa della Lega quando sul palco viene portata una bambola gonfiabile: “Ecco la sosia della Boldrini!”, disse allora Salvini tra le risate del pubblico presente. Il leader della Lega finì nella bufera ma non fece marcia indietro anzi rilanciò coniando l’hashtag #sgonfialaboldrini.

Le cose non vanno meglio in ‘casa’ del Movimento Cinque Stelle. Ad essere presa di mira è sempre la presidente di Montecitorio. E se oggi Beppe Grillo con un post difende la Raggi, sempre su facebook nel 2014 il leader M5s poneva agli utenti una domanda: “Cosa fareste in macchina con la Boldrini?”. La frase scatenò una pioggia di commenti sessisti e volgari che lo staff del Movimento rimosse spiegando che erano stati scritti nella notte quando non c’erano controlli.

Nel mirino del leader Pentastellato finisce anche Maria Elena Boschi. Nel pieno del caso banca Etruria, Grillo critica la ‘scomparsa’ dell’allora ministro delle Riforme: “Boschi dove sei? In tangenziale con la Pina”, riferendosi all’eurodeputata Picerno che sempre dal comico genovese era stata bollata come ‘velina’ insieme alle altre 4 esponenti del Pd che Renzi (“Gabibbo”) aveva deciso di candidare alle europee come capilista.

A finire sotto i riflettori, (ma non per meriti politici) è infine il deputato M5s, Massimo De Rosa. E’ il 2014 ed in commissione Giustizia si discuteva del decreto Imu. La tensione è alle stelle e il deputato M5s accusò le colleghe Dem di “essere qui solo perché sapete fare bene i pompini”. Una frase che gli costò la querela delle parlamentari democratiche.

(DI Yasmin Inangiray/ANSA)

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