Usa: Secret Service razzista, multa da 24 milioni di dollari

NEW YORK. – Ennesimo scivolone per il Secret Service, il corpo che si occupa della sicurezza del presidente degli Stati Uniti e della sua famiglia. Dopo i numerosi scandali che hanno travolto gli agenti negli ultimi anni, primo su tutti quello della prostituzione in Colombia, questa volta la ‘polizia’ del presidente degli Stati Uniti è finita nel mirino della giustizia con l’accusa di discriminazioni razziali.

Il Secret Service ha accettato di pagare oltre 24 milioni di dollari per chiudere una causa intentata da circa 100 agenti di colore. L’accusa quella di agire in base a pregiudizi. Nei documenti presentati in tribunale, come riporta il Washington Post, si afferma infatti che l’agenzia ha promosso “una cultura razzista” in base alla quale regolarmente sono stati privilegiati agenti bianchi, pur se meno qualificati di quelli afroamericani, creando così un clima di disparità e di diseguaglianza.

Il segretario alla Sicurezza Nazionale Jeh Johnson, il cui dipartimento ha il controllo del Secret Service, ha affermato che questo accordo è “semplicemente la cosa giusta da fare”. “Sono lieto – ha aggiunto – che siamo in grado di lasciarci finalmente alle spalle questo capitolo della storia dell’agenzia”.

Da parte sua, la portavoce del direttore dell’agenzia, Joseph Clancy, ha spiegato che “l’organizzazione continua ad essere impegnata in un processo di promozione equo e trasparente. E’ tempo di andare avanti, piuttosto che guardare indietro”. Mentre la legale degli agenti che hanno fatto causa, Jennifer Klar, ha spiegato che i suoi clienti sono entusiasti e sperano che questo risultato eviterà nuove discriminazioni in futuro.

La causa era incentrata sul trattamento degli agenti di colore dal 1995 al 2005 e la transazione chiude l’ennesimo scivolone del corpo che si occupa della protezione del presidente. A partire dal caso del 2012, quando l’agenzia è finita nel mirino per lo scandalo della prostituzione in Colombia, passando per le ripetute falle nella sicurezza che hanno consentito l’ingresso di un intruso alla Casa Bianca e proiettili contro le finestre del Commander in Chief.

Concludendosi con l’imbarazzo causato dai due agenti ubriachi finiti contro le barriere di difesa della residenza presidenziale al volante di un’auto pubblica. Lo stesso Obama in seguito agli scandali ha di recente cambiato i vertici dell’agenzia.

(di Valeria Robecco/ANSA)

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