Sindacati denunciano l’ondata di licenziamenti nella Pubblica Amministrazione

CARACAS – Dal 30 dicembre, stando alle organizzazioni sindacali del Paese, sarebbero stati licenziati oltre 10mila impiegati nell’amministrazione pubblica. Se è vero che “tutti i nodi vengono al pettine” allora era prevedibile che alla fine si presentasse il fenomeno dei licenziamenti di massa per sfoltire la burocrazia.

L’amministrazione pubblica, quindi, è arrivata ormai a capolinea. La burocrazia, negli ultimi 20 anni, è cresciuta in maniera preoccupante. Alcuni economisti, in passato, avevano già considerato inevitabile il fenomeno. I governi dell’estinto presidente Chávez e quello dell’attuale capo di Stato, Nicolás Maduro, avevano trasformato la pubblica amministrazione in una macchina capace di risucchiare la disoccupazione provocata dai provvedimenti economici che hanno messo in crisi tutta l’imprenditorialità privata. Vale a dire, si era trasformata in una specie di “aspirapolvere” e, allo stesso tempo, in un’ancora di salvataggio per chi era espulso dal mondo del lavoro. Ma, come si sa, tutto ha un limite.

La strategia del governo, che aveva per obiettivo mantenere la pace sociale ed evitare la protesta dei disoccupati, è stata possibile fino a quando le ingenti somme di denaro provenienti dalla vendita del petrolio permettevano di assumere nella pubblica amministrazione senza badare a spese. E così, come mai in passato, negli ultimi 20 anni lo “Stato paternalista” assumeva una particolare importanza.

Oggi non è più possibile. E, stando alle organizzazioni sindacali, i ministeri e le aziende pubbliche avrebbero cominciato a ridurre il numero degli impiegati.

Marcella Màspero, coordinatrice di Unete, ha commentato che per il momento l’ondata di licenziamenti ha interessato “Bolivariana de Puertos”, il Ministero dell’Agricoltura, l’Aeroporto di Maiquetia e il Seniat.

Maspero ha spiegato che il governo ha giustificato i licenziamenti sostenendo che si tratta di “contratti a tempo determinato” non rinnovati. Ma, ha fatto notare la dirigente sindacale, si tratta anche di lavoratori impiegati da 2, 4, 6, 10 e anche 16 anni. Quindi, impiegati che, secondo le leggi venezuelane, non possono assolutamente essere considerati “a tempo determinato”.

– L’esecutivo – ha denunciato Maspero – incorre in una fragrante violazione della Legge sul Lavoro.

La scorsa settimana, Servando Carbone, coordinatore di Unete e della Federazione Nazionale dei Lavoratori dell’A.P., ha denunciato la presunta intenzione dell’Esecutivo di fare a meno di 300 mila impiegati.

– Sono operai, impiegati – ha detto Carbone – che per anni hanno lavorato con la promessa dello Stati di essere assunti definitivamente.

Carbone ha precisato che oggi gli impiegati pubblici sono quasi 3 milioni.

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