Papa: presepe messaggio di fraternità, di condivisione, di accoglienza e di solidarietà

CITTA’ DEL VATICANO. – C’è anche la tipica imbarcazione di Malta, il ‘luzzu’, nel presepe a piazza San Pietro. Una barca che richiama alla mente le carrette del mare cariche di migranti. “Nell’esperienza dolorosa di questi fratelli e sorelle, rivediamo quella del bambino Gesù, che al momento della nascita non trovò alloggio e venne alla luce nella grotta di Betlemme”, ha detto il Papa ricevendo le istituzioni, maltese e trentina, che hanno donato il presepe e l’albero di Natale.

“Quanti visiteranno questo presepio – ha detto il Papa riferendosi alla Natività della piazza inaugurata oggi pomeriggio – saranno invitati a riscoprirne il valore simbolico, che è un messaggio di fraternità, di condivisione, di accoglienza e di solidarietà”.

E il dramma dei migranti e dei rifugiati è anche al centro di una due-giorni in Vaticano, dove sono arrivati sindaci (molte le donne) da tutta Europa. Dalle grandi città come Roma, Madrid, Amsterdam, Lisbona. Ma anche da quei paesi tutti i giorni in prima linea, da Lampedusa a Lesbo. Ed è un coro di ringraziamenti per il Papa dai primi cittadini.

Si sentono confortati, ma anche spronati, dal pontefice argentino sempre schierato dalla parte degli ultimi. “Ringrazio Papa Francesco – ha detto la sindaca di Roma Virginia Raggi – per questa iniziativa, che è un’ulteriore conferma del grande ruolo di stimolo e di persuasione morale del suo pontificato sui temi di carattere sociale e umanitario”.

“Roma è una città aperta all’accoglienza” e “vogliamo che tutti i cittadini, anche quelli delle periferie più lontane ed emarginate, si sentano pienamente parte della nostra città”. “Non vogliamo guerre tra poveri. Nessuno deve rimanere indietro”, ha sottolineato.

I rifugiati e i migranti “non sono persone pericolose, sono loro in pericolo. Sono pienamente d’accordo con il Papa, queste persone devono essere accolte”, ha detto il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. “A Napoli non c’è una guerra tra poveri.

La nostra città è un rifugio: se vengono altre persone che soffrono vengono accolte dai nostri cittadini che soffrono”, ha detto de Magistris. “A Palermo non abbiamo migranti: chiunque arriva a Palermo, per una decisione del sindaco, diviene palermitano e solo ‘ex’ migrante. Spero un giorno di essere arrestato perché proteggo un clandestino”: questa la provocazione lanciata dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.

Per il sindaco di Madrid, Manuela Carmena, occorre condannare la “morte civile” che è inflitta a chi fugge dalla “morte fisica e dall’orrore dei conflitti”. Riprendendo un’immagine più volte citata da Papa Francesco, Carmena ha evidenziato come non sia accettabile che “il nostro Mediterraneo sia diventato un cimitero”.

La prima cittadina di Barcellona Ada Colau ha definito “inaccettabili” le proposte che vogliono respingere questa presenza di migranti in Europa. Una voce anche dalla Polonia, che sui migranti è tra i Paesi che vorrebbero un freno agli arrivi.

Non è così però a Danzica e lo racconta il suo sindaco Pawel Adamowicz: “Danzica è la prima città in Polonia, e una delle prime nell’Europa centro-orientale, che ha un suo specifico programma di integrazione dei migranti”. Un progetto che punta ad “aiutarli materialmente ma anche a farli sentire sicuri e a casa”.

C’è anche un consiglio composto da immigrati. “Danzica – dice il primo cittadino della città di Solidarnosc – è orgogliosa delle proprie radici interculturali e vuole procedere in questa direzione costruendo una società sempre più aperta e inclusiva”.

(di Manuela Tulli/ANSA)

Lascia un commento