Renzi, se vince il no niente governicchi

Renzi in Sardegna
Renzi in Sardegna
Renzi in Sardegna

CAGLIARI.- Matteo Renzi alza il tiro e mette in guardia sul dopo referendum: “se qualcuno vuole fare strani pasticci il giorno dopo, li fa senza di me. Io non sarò quello che si mette d’accordo con altri partiti per fare un governo di scopo o un governicchio. Ne abbiamo avuti, fanno anche alzare le tasse”.

Messaggio chiaro, a 360 gradi, con un occhio alla minoranza del suo partito ma soprattutto alla politica di quel fronte del NO che mette insieme Monti e Salvini, Grillo e D’Alema e porta anche “Casa Pound a parlare di deriva autoritaria…”, ironizza.

“La classe politica sfrutta il 4 dicembre per riprendersi il potere che aveva perso. Vogliono tornare loro: se volete un sistema decrepito, delle paludi dei veti, di galleggiamenti e inciuci, riprendetevelo. Amici come prima”. Ma non facciamoci fregare da chi vuole mantenere i privilegi, scandisce davanti alla platea del Teatro Verdi di Sassari. Lui non ci sta, tiene a sottolineare più volte.

E pur tornando a dire che questo voto “non è sul governo”, ribadisce il suo refrain: “o si cambia o se si vuole restare a galleggiare, ne trovano altri, si resta con i soliti”. Non senza sottolineare i rischi, quelli di una “Italietta” senza “voce sulla scena internazionale” invece di un paese nuovo, stabile, capace di fare sistema.

Dalla Sardegna – dove ha firmato il ‘Patto per Cagliari e ha visto anche il presidente cinese Xi Jinping parlando di opportunità ‘strabilianti’ di crescita dei rapporti Italia-Cina – la giornata del premier inizia presto. Con un’intervista a Rtl in cui non risparmia un affondo verso il suo partito:

“Ho grande rispetto per il suo passato, per Bersani, D’Alema… Ma vorrei evitare di parlare delle polemiche sulla vecchia classe dirigente che magari diventerà la nuova. Questa riforma riguarda il futuro dei miei figli” dice non senza qualche battuta, sul suo ex segretario. “Lo rispetto molto ma non capisco le sue metafore. Quella del tacchino sul tetto, ora la mucca nel corridoio. Questa analisi zoologica di Bersani è interessantissima ma sono limitato, non capisco…”.

“E’ preoccupante” che Renzi non capisca le metafore – gli risponde l’ex segretario- dato che esse vengono comprese “nei bar e nelle famiglie”. “‘Meglio un piccione in mano che un tacchino sul tetto’ – ha sottolineato Bersani – lo capisce chiunque. La ‘mucca nel corridoio’ è una cosa che non puoi non vedere. Una destra protezionista che avanza è come una mucca nel corridoio. Lo capiscono nei bar e nelle famiglie. Se non lo capisce Renzi mi preoccupo”.

“Se vince il No Renzi ci ripensi, altrimenti ci penserà Mattarella. Ma una maggioranza comunque resta, il Pd resta. Sono pronto a votare una nuova fiducia a un governo”, ha detto ancora.

Renzi nel suo giro da ‘globetrotter’ per l’Italia – come lo definisce lui stesso – vuole conquistare “la maggioranza silenziosa”, quel 37% di indecisi che si dice sicuro alla fine voterà per il sì. Lui di sondaggi non parla. Anzi ne parla solo per dire che in “questi 16-17 giorni che mancano al voto sono belli per uno che ama la politica” ma gioca ogni carta.

Anche un appello diretto: “andate per le case, telefonate, serve uno sforzo personale per fare il salto”. E parla anche di Italicum, spiegando che non è più da legare al referendum: “Mi sembra chiaro, sia che vinca il sì sia che vinca il no la legge va cambiata. Questo elimina il combinato disposto legge elettorale-voto”.

“Finalmente c’è la possibilità di cambiare, non solo di lamentarsi”, torna più volte a dire – prima a Cagliari, poi a Sassari – ricordando le tante volte e le “tante discussioni sentite sulla ‘casta’. Su quanti dicono “‘bisognerebbe cambiare, così non va’. Ora è finito il tempo dei condizionali: o Sì o No”, rimarca ancora una volta il premier.

Pronto anche ad un duello tv con Berlusconi e Grillo: “A quindici giorni dal voto, ribadisco che mi piacerebbe fare un confronto civile con ognuno di loro. Possiamo farlo in radio, in tv: il problema non è dove farlo ma se accettano, ma mi piacerebbe fosse civile, pacato”.

Renzi che in Sardegna ha anche incontrato i sindacalisti Cisl e le Rsu di Eurallumina di Portovesme e della Keller di Villacipro – sul piede di guerra per la mancata riapertura dei loro stabilimenti – ha visto sfilare nei due giorni in Sardegna anche proteste degli antagonisti e degli ambientalisti.

E, tra un appuntamento a Cagliari e uno a Sassari (dove ha incontrato, tra gli altri, una delegazione dei sindaci Anci della regione) ha fatto tappa anche a Codrongianos, vicino Sassari, alla presentazione del nuovo polo multitecnologico di Terna che ha aumentato a 1 miliardo gli investimenti nell’isola.

(dell’inviata Marina Perna/ANSA)

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