Di Maio a Londra, M5S corteggia gli italiani all’estero per il voto

Di Maio a Londra, M5S corteggia gli italiani all'estero per il voto  --------------------------------------------------------------------------------------------
Di Maio a Londra, M5S corteggia gli italiani all’estero per il voto
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LONDRA. – Sono oltre confine le schede che potrebbero decidere l’esito del referendum costituzionale in Italia. Il Movimento 5 Stelle ne è convinto, e non è il solo, e si affida a Luigi Di Maio per lanciare da Londra, città in cui vivono centinaia di migliaia di connazionali – come a Bologna o a Firenze – il rush di quello che il vicepresidente della Camera chiama “un tour mondiale” in favore del No.

Di Maio si appella agli italiani all’estero, a coloro che sono partiti “per scelta o per bisogno”, affinché “difendano la Costituzione assieme a noi che siamo rimasti in patria da una riforma scellerata”. E diano una lezione “ai cialtroni”, rincara poi via Facebook.

Una riforma che, afferma, “toglie un diritto a noi, votare per il Senato, e dà un privilegio in più a loro, l’immunità parlamentare a sindaci e consiglieri regionali”.

L’accoglienza di simpatizzanti e attivisti grillini appare calorosa. Il primo appuntamento è a Casa Italia, nel patronato Acli della vecchia Little Italy londinese, quella in cui visse da esule niente meno che Mazzini, fra la storica salumeria Terroni (dal nome della famiglia che un secolo fa la fondò) e la chiesa italiana voluta da San Vincenzo Pallotti a Clerkenwell Road.

Ma il momento clou è l’intervento-comizio serale alla School of Law della Westminster University, che lo ospita in un’aula con posti esauriti fin dalla vigilia, assicura uno dei promotori, animatore dei pentastellati in riva al Tamigi.

I messaggi su cui Di Maio martella sono gli stessi. A Matteo Salvini, che invoca un palco unitario per i leader anti-Renzi, risponde picche: niente “accozzaglie fra sigle o capi di partito”. Il movimento fa da solo e punta a elezioni politiche anticipate (“le chiederemo quanto prima al presidente della Repubblica”) in caso di vittoria del No.

Intanto la polemica si concentra su quei 47 articoli modificati. “Quando vedo una riforma di Renzi con un bel titolo mi preoccupo sempre – ironizza il vicepresidente di Montecitorio – anche quella costituzionale ha un titolo bellissimo, lo troveremo sulla scheda, e per questo bisogna votare no: basta leggerne il testo per capire che è smentito dal contenuto”.

La spallata, nei suoi auspici, potrebbe venire proprio dall’estero: dalla moltitudine di italiani sparpagliati a Londra e in giro per il globo in grado stavolta di dir la loro ovunque si trovino, anche se espatriati occasionali. Non è un caso che Di Maio si prepari in rapida successione ad altre “tappe europee a Madrid, Bruxelles, Parigi e Berlino”.

“Tutti i voti degli italiani sono determinanti”, insiste: questo referendum, avverte, “è senza quorum”.

(Di Alessandro Logroscino/ANSA)

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