Confcommercio, in Italia la crescita è troppo lenta

Confcommercio, in Italia crescita troppo lenta
Confcommercio, in Italia crescita troppo lenta
Confcommercio, in Italia crescita troppo lenta

CERNOBBIO (COMO). – L’Italia cresce, questo sì. Ma lo fa troppo lentamente. E tra le ragioni, una è evidente su tutte: sconta un deficit infrastrutturale che “costa” al Paese 34 miliardi l’anno, il 2% del Pil. Lo ha rilevato Confcommercio, che a Cernobbio in occasione del secondo Forum Internazionale di Conftrasporto ha presentato i risultati di una ricerca del suo Ufficio Studi su “Il costo dei deficit logistici”.

I numeri parlano chiaro: la mancanza di infrastrutture adeguate (porti, autostrade, ferrovie) produce conseguenze molto negative sull’economia nazionale. Mentre il resto del mondo, in particolare i Paesi dell’Est, grazie ad una filiera logistica d’avanguardia crescono a doppia cifra, l’Italia soffre un ritardo così grave nell’adeguamento delle sue infrastrutture portanti da avere un effetto diretto sul Pil.

La ricerca ha rilevato che, visti i dati attuali, le stime di crescita del Pil 2017 non possono che essere riviste al ribasso: se solo nel marzo scorso Confcommercio prevedeva che l’Italia nel 2017 sarebbe cresciuta dell’1,6%, oggi, a pochi mesi di distanza, la stima di crescita per il 2017 è scesa all’1%.

“La crescita c’è, ma è troppo lenta – ha sottolineato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli -. A marzo parlavamo con convinzione di ‘ripresa senza slancio’. Oggi, a pochi mesi di distanza, siamo costretti a parlare di ‘nuovo rallentamento’. Non vogliamo fare polemiche con nessuno, vogliamo solo cercare di capire. Sull’economia italiana pesa ancora l’incertezza, bisogna concentrarsi su misure che rilancino gli investimenti. E non vi è dubbio che i difetti infrastrutturali pesano”.

Confcommercio propone al Governo questa sua ricetta: la messa a punto di un Piano Strategico dei Trasporti, della Logistica e della Mobilità, e l’istituzione di un Coordinamento Nazionale attraverso il quale individuare quali sono le vere priorità logistiche e infrastrutturali in cui è necessario investire “per evitare, come sta succedendo, il rischio che l’Italia resti divisa in due” ha detto Sangalli.

“Si possono produrre anche i prodotti migliori e più competitivi che esistono – ha aggiunto il presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè – ma se poi non si crea una logistica efficiente i prodotti rimangono lì”. Confcommercio lo dice da sempre, ma “oggi è tempo di accelerare, altrimenti il resto del mondo ci taglia fuori”. Valichi alpini, autostrade, ferrovie, porti vanno adeguati ai tempi in cui siamo.

“Sui porti il ministro Delrio con la riforma ha fatto un passo importante – ha aggiunto Uggè -. Ma ora serve un’accelerazione: individuare 4-5 porti chiave e investire lì”.

(dell’inviato Luciano Clerico/ANSA)

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