Viceministro Giro: “Dialogo necessario per evitare il caos”

Vice ministro Mario Mario Giro, a sinistra l'ambasciatore Silvio Mignano.
Il viceministro Mario Giro inguaia la mostra "50+!,El gran juego de la industria" nell'Istituto Italiano di Cultura a Caracas
Il viceministro Mario Giro inaugura la mostra “50+!,El gran juego de la industria” nell’Istituto Italiano di Cultura a Caracas

di Mauro Bafile

CARACAS – “A noi sembra che la situazione politica in Venezuela sia molto complicata. E’ assolutamente necessario il dialogo. E’ indispensabile che gli attori politici si parlino per evitare che il Paese sprofondi nel caos”. Poche parole per tratteggiare la realtà del Venezuela e per manifestare la preoccupazione dell’Italia.

Il Viceministro agli Esteri e alla Cooperazione, Mario Giro, conversa con la “Voce” attimi prima di un pranzo privato nella residenza dell’Ambasciatore Silvio Mignano. Politico accorto e osservatore attento dei fenomeni politici latinoamericani, il Viceministro Giro è forse il funzionario d’alto livello che più volte ha visitato il Paese negli ultimi anni, a dimostrazione dell’interesse suo e dell’Italia per le vicende che agitano il Venezuela.

L’ha accompagnato, in quest’occasione, la dottoressa Antonella Cavallari, fino a poco tempo fa ambasciatrice in Paraguay e oggi neo-Direttrice Generale per America Latina e Caraibi del Ministero degli Esteri.

– Si presuppone – commentiamo – che le parti dovrebbero essere disposte a cedere ognuna qualcosa, altrimenti si trasformerebbe in un dialogo tra sordi.

E’ vero – ammette per poi precisare:
Forse il dialogo inizia sempre tra sordi. Questa è la ragione della presenza degli accompagnatori. E’ evidente che sia necessaria la volontà politica delle parti in conflitto. Quello che noi notiamo è che, per adesso, almeno in apparenza, questa volontà non esiste. Ed allora si assiste effettivamente a un dialogo tra sordi che potrebbe sfociare nel caos. E’ una situazione pericolosa.

Il Viceministro, che non nasconde la propria preoccupazione, manifesta il timore “che le due parti possano perdere il controllo della situazione” e che, “alla fine, il paese sprofondi nell’anarchia creando un problema di sicurezza internazionale”.

– Lei conosce a fondo l’America Latina, è un politico attento, cosa prevede?

– Prevedere è sempre difficile – commenta prudente -. Non è un gioco da fare a cuor leggero. La nostra preoccupazione – reitera – è che si possa sfociare nell’anarchia. Per questo parlavo di uno scenario di caos in cui le parti perdono il controllo. Spero che non accada ma è evidente l’esistenza della polarizzazione politica ormai giunta all’estremo. Non ci si parla. Si ha l’impressione che ormai i due attori, i due protagonisti della politica, siano entrambi con le spalle al muro.

Viceministro Mario Giro
Viceministro Mario Giro

Ma l’ottimismo non lo abbandona. Sostiene, infatti, che grazie “all’iniziativa di paesi amici, rappresentati da tre ex presidenti della Repubblica, e alla presenza di un accompagnatore d’alto profilo, come lo è la Santa Sede, un’ipotesi di dialogo sia possibile”.

– Speriamo – aggiunge – che le due parti colgano questa opportunità. Il Venezuela è di tutti. Lo è, in particolare, dei giovani, delle nuove generazioni e di quelle non ancora nate.

– Stando ai sondaggi, una gran parte della popolazione vedeva, nel Referendum, una finestra per sbloccare la situazione attuale…

– Il Referendum – ci dice immediatamente – era l’ipotesi di una delle parti. Io, invece, sto parlando di dialogo. Bisogna uscire definitivamente dallo schema di guerra politica. E, come diceva lei, le due parti devono essere pronte a fare concessioni.

Il ministro parla con estrema prudenza. A volte si sofferma prima di esprimere una affermazione, altre per cercare la parola adeguata. Parla adagio, senza fretta con il linguaggio scarno della diplomazia, nel quale a volte i silenzi valgono più delle parole. Da politico navigato sa bene che dichiarazioni succinte lasciano poco spazio a interpretazioni o a errori.

– Quanto accaduto in Argentina e in Brasile ha cambiato la geografia politica latinoamericana. In che modo crede che possa incidere questa nuova realtà sul Venezuela?

– Penso innanzitutto che i venezuelani debbano essere padroni del proprio futuro – afferma -. E’ quindi necessario che parlino tra loro. La responsabilità ricade tutta sulle spalle del Governo e dell’Opposizione. Si può aiutare, si può accompagnare, si può consigliare ma i responsabili sono i venezuelani. Solo loro. Spero che il Paese non sprofondi nel caos; né in quello economico né in quello sociale.

Mancanza di generi alimentari, di beni per l’igiene personale e di medicine. La crisi istituzionale ha profonde conseguenze sul sociale, sulla qualità di vita della popolazione. Per questo chiediamo se il tema è stato affrontato nei colloqui con i rappresentanti del Governo.

– Certamente – assicura -. C’è un proverbio africano che dice: quando due elefanti lottano è l’erba che soffre. Non si potrebbe descrivere meglio la situazione che oggi osserviamo in Venezuela. L’erba è la gente che attende siano risolti i loro problemi economici e sociali. L’Italia – aggiunge – è disposta ad aiutare, qualora ci venisse chiesto.

– E qualora non arrivasse questa richiesta? Resterete con le braccia conserte pur coscienti delle difficoltà che devono affrontare i connazionali che risiedono nel Paese?

– L’Italia – rassicura – è presente e fa tutto ciò che può. La dimostrazione è che questa, come ben sa la “Voce” che mi ha sempre seguito, è la quinta volta che vengo in Venezuela. L’Italia impiega tutta la sua influenza, senza scivolare nell’ingerenza. Siamo disponibili a fare di più, se c’è chiesto. Ma per questo, le due parti devono accordarsi.

Il ministro fa notare che nel Parlamento italiano si è parlato molto del Venezuela.

– Ci sono state mozioni, ordini del giorno… – precisa -. Il nostro Parlamento e il Governo sono molto attenti a quanto sta accadendo in questo Paese.

E, infatti, il senatore Pier Ferdinando Casini, avvicinato qualche settimana fa dalla “Voce” durante una delle pause nei lavori della Conferenza Generale dell’Onu, ha annunciato la visita di una delegazione parlamentare.

L’attuale situazione del nostro Consolato Generale di Caracas non poteva non essere affrontata in questo colloquio con il Viceministro.

– Abbiamo risolto la questione delle pensioni – sostiene -. E mi creda, non è stato facile. Nella nuova Legge Finanziaria ci sono anche più soldi per le scuole. Per quel che riguarda i connazionali meno fortunati, la nostra Ambasciata è sempre pronta ad occuparsi di loro. Per l’annosa questione del Consolato, poi, stiamo studiando la possibilità di rafforzarne i servizi.

– Come?

– Con più personale – afferma -. Stiamo cercando personale qualificato disposto a venire in Venezuela.

Il Viceministro, che non esclude la costituzione di una particolare “task force” ad hoc, ammette che non sarà facile.

Anche nel corso di questa sua visita al Paese, il Viceministro Giro ha ritagliato tempo per incontrare la nostra comunità nel Centro Italiano Venezuelano della capitale. Nel “Salone Italia” del sodalizio, l’incontro con la comunità è stato aperto dalle parole del suo presidente, Carlo Villino, che con poche ma precise battute ha saputo tratteggiare le principali preoccupazioni della nostra Comunità e, in particolare, le tante difficoltà che incontrano i cittadini ogni qual volta devono recarsi in Consolato per espletare una pratica. Villino si è fatto eco delle lamentele, ormai diventate un coro, per il sistema degli appuntamenti al quale si accede solo per via telematica; un sistema gestito direttamente da Roma.

Ha fatto seguito poi l’intervento di Nello Collevecchio, esponente del Cgie, che ancora una volta ha trasformato l’incontro del ministro Giro con la comunità, in un suo comizio personale. Il suo è stato un intervento in cui non è mancato qualche spunto interessante, nonostante la ripetizione degli argomenti che già Villino, saggiamente, aveva riassunto in poche parole. Infine è intervenuto, il presidente del Comites di Caracas, Ugo Di Martino, che si è esibito in un discorso piuttosto ermetico.

Il viceministro Giro, con una franchezza e chiarezza ammirabili in un politico e diplomatico, ha espresso alcune sue riflessioni su quanto sta accadendo nel Paese. Quindi, ha manifestato la propria soddisfazione per la decisione di stabilire il tasso di cambio Dicom come punto di partenza per il calcolo delle pensioni, una decisione che fa giustizia ai nostri pensionati; e ha annunciato che la mancanza di personale nel nostro Consolato Generale d’Italia è un problema che presto sarà risolto, “anche con una ‘task force’ ad hoc qualora dovesse rendersi necessario”.


(Le foto per gentile concessione dell’Istituto Italiano di Cultura di Caracas)

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