Crisi del Napoli, le opinioni di tifosi e giornalisti in Venezuela

Crisi del Napoli, Insigne si mette le mani nei capelli.
Crisi del Napoli, Insigne si mette le mani nei capelli.
Crisi del Napoli, che ne pensano tifosi e giornalisti in Venezuela
Crisi del Napoli, che ne pensano tifosi e giornalisti in Venezuela

CARACAS – Il terzo ko di fila fa malissimo. Dopo gli stop in campionato con Atalanta e Roma, il Napoli perde anche in Champions contro il Besiktas. Ed è crisi. Al termine del match del San Paolo Maurizio Sarri ha così commentato la partita: “Ci siamo complicati la vita da soli. La squadra ha fatto bene salvo nei momenti in cui ha commesso errori, come il rigore sbagliato che ci è costato 10 minuti di passività. Stiamo giocando bene a tratti ma anche con un filo di preoccupazione di troppo che ci complica le partite”.

Maurizio Sarri tradito dai suoi fedelissimi. Le tre sconfitte consecutive, mai accaduto da quando è sulla panchina del Napoli, lo devono far riflettere. L’infortunio di Milik ha catalizzato l’attenzione di tutti e ha mascherato i molti altri problemi che, contro Roma e Besiktas, sono emersi in maniera evidente.

Tutti si sono concentrati su Gabbiadini o il “falso 9”, senza notare il periodo negativo di Jorginho. Errore sul gol del 2-1 dei turchi a parte, il rendimento del centrocampista italo-brasiliano è calato vertiginosamente. Il faro del gioco di Sarri si è spento e ha tolto brillantezza a tutto il reparto di mezzo: poco lucido e molle in fase di interdizione. Serve un turno di riposo perché sembra che la spia della riserva si sia già accesa.

Per capire un po’ cosa sta accadendo all’ombra del Vesuvio abbiamo contattato diversi tifosi e giornalisti sportivi in Venezuela.

Sergio Biferi, storica voce della Serie A in Venezuela negli anni ’90, ci dice:

“In queste tre sconfitte consecutive il Napoli ha commesso errori gravi nel suo funzionamento tattico. Forse ha influito l’aspetto psicologico con l’infortunio del polacco Milik che a suon di gol stava facendo dimenticare Higuain. Il reparto arretrato della squadra azzurra sta concedendo molte libertà, non è normale ricevere sei reti in due gare disputate al San Paolo in meno di cinque giorni.

Sarri ha i difficile compito di risistemare la squadra prima del big match contro la Juventus a Torino il prossimo 29 ottobre. Per cercare di uscire da questa crisi la squadra partenopea dovrà cercare di far bene contro le prossime avversarie, Crotone ed Empoli, che sulla carta dovrebbero essere abbordabili. In caso di ko, il tecnico comprometterebbe il suo posto”.

Dal canto suo, il tifoso Franco D’Elia ci spiega:

“Considero che bisogna aspettare, il Napoli veniva da una scia di 16 risultati positivi tra amichevoli e campionato. Ma c’è da segnalare che ci sono diversi problemi che sono andati in crescendo, la difesa ha subito la metà delle reti nel primo tempo tutte arrivate per problema di concentrazione e la cosa che dovrebbe far suonare i campanelli d’allarme è che la maggior parte sono arrivate nei primi 15 minuti di gioco. Tutti questi errori sono per problemi di marcature e poi sbagli di Reina che mettono in risalto la deficienza di comunicazione nel reparto arretrato.

Poi non dimentichiamoci di Jorginho e Callejon. Mentre Zielinsky e Hamsik spingono questa squadra e fanno di tutto per tirare avanti la carreta. L’altro problema di questa squadra è De Laurentiis, parla troppo, probabilmente vuole attirare l’attenzione su sé stesso per togliere un po’ di pressione al mister e alla squadra”.

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Alcune curiosità in questo periodo buio della squadra partenopea sono: il Napoli è andato sotto nel punteggio in tutte le ultime tre partite dispuate tra campionato e Champions, perdendo sempre.

Contro il Besiktas i campani hanno subito la loro prima sconfitta casalinga in Champions League della storia. Il Napoli non perdeva in casa in in Europa League (18 partite) dal febbraio 2013 contro il Viktoria Plzen. La squadra di Sarri ha trovato il gol in tutte le ultime 19 partite europee giocate in casa – tuttavia, nelle ultime quattro ne ha anche subiti, e in tre di queste ne ha concessi almeno due.

Mariano Moscaritolo, tifoso dell’Avellino, spiega:

“Quella del Napoli é una crisi che ha tante cause. La fase difensiva su tutte. Basti ricordare l’errore di Koulibaly nella sfida contro la Roma. Ma non è solo il singolo, prendere sei reti in 180 minuti in casa sono il segnale che qualcosa va registrato dietro. Errori contro i turchi come quelli di Jorginho e addirittura Reina, non possono essere spiegati con la sola assenza di Albiol. C’è dell’altro. Lo spagnolo è l’elemento di riferimento del reparto arretrato, ma ridurre il tutto alla sua mancanza sarebbe da stupidi.

Errori anche avanti e il ricordo va soprattutto al rigore fallito da Insigne. Doveva essere la sua serata, si è trasformata in un incubo vero e proprio. Errore dagli undici metri e fischi dei propri tifosi. Sicuramente non è stata questa la gara del rilancio. Sale sul banco degli imputati anche Sarri, dopo tre ko di fila non ci si può esimere dal farlo. Il problema è lo stesso, un turnover solo accennato, uomini ancora fermi in panchina”.

Il collega Tony Cittadino ci dice:

“Il Napoli era chiamato ad essere l’anti-Juve, com’era giá accaduto nelle ultime stagioni, però in questa stagione stanno attraversando diverse difficoltá. Non sono riusciti ancora a trovare l’equilibrio e sta pesando l’uscita di Higuain verso la Juve. Poi é arrivato anche l’infortunio di Milik che aggrava la situazione, però il Napoli é una squadra che ha i pezzi necessari per vincere. Prima dovrá sistemare il suo schema in campionato e poi in Champions League per puntare agli ottavi di finale”.

Il Napoli di Sarri era un meccanismo quasi perfetto, in cui tutti sapevano a memoria come muoversi e che cosa fare: anche dopo la cessione di Higuain, sostituito con un attaccante se non altro di pari ruolo. Dopo lo sfortunato ko in Nazionale del polacco è invece cominciato il caos, con la frettolosa bocciatura di Gabbiadini e il passaggio al “falso nove”: che ha avuto un effetto domino sugli equilibri degli altri reparti. In più c’è stato il calo fisico, già intravisto prima della sosta contro l’Atalanta e sottovalutato dall’allenatore, che ha insistito fino a sfinirli con gli stessi giocatori.

Il centrocampo senza mediani e di sola qualità, con Zielinski, Jorginho e Hamsik (“E’ un brutto momento – ha scritto lo slovacco sul suo sito – Ogni nostro errore viene subito punito e ultimamente non siamo riusciti a portare a casa il risultato. Dobbiamo continuare a lavorare duro per fare bene e interrompere questa imbarazzante serie di risultati”), può funzionare solo se i tre azzurri sono al top della loro condizione: altrimenti diventa facile preda per le incursioni degli avversari, come è successo di nuovo contro il Besiktas.

sarri

Infine, Gennaro Buonocore, giornalista che vive a Napoli e vive e respira tutto quello che ruota intorno alla formazione partenopea.

“E’ un discorso complesso. Parlare di crisi è un parolone. Ma tre sconfitte consecutive è da un po di tempo che non succedeva a Napoli. Quella di Bergamo veniva dopo la vittoria contro il Benfica in Champions, ma qui si è dimostrato quello che già si sapeva: che non è una big, ma un’ottima squadra, molto forte e ben attrezzata. Che però dopo un impegno così importante va a giocare fuori casa contro una provinciale senza fare un tiro in porta. – confessa il collega partenopeo, aggiungendo.

Quel ko non pesò per il semplice fatto che era il primo ko stagionale, si veniva da un filotto di risultati utili. Con la Roma, il discorso cambia. Quando il tuo difensore più importante (Koulibaly, ndr) fa un errore ad un minuto dalla fine in una gara che si era incanalata sullo 0-0 ti spezza un po’ le gambe, però a prescindere dall’errore di Koulibaly la Roma ha dimostrato di essere una squadra forte in una gara secca. Ma non a livello di giocatori sennò a livello tattico, il match è stato vinto da Spalletti dove sono uscite fuori tante cose.

La gara contro il Besiktas è stata molto strana per tanti motivi. Prima una papera di Jorginho, ha regalato un gol, l’aveva già fatto contro il Benfica ma non pesò. Primo gol regalato al primo tiro in porta dell’avversario, poi il terzo gol è stato regalato dall’arbitro, il calciatore avversario era in netto fuori gioco, ma c’è da dire che il secondo rigore dato al Napoli è stato anche un regalo del direttore di gara. Ma il gol segnato da Gabbiadini era regolare, ma è stato annullato per un presunto offside.

E la distribuzione dei cartellini non è stata giusta. Dispiace perdere l’imbattibilità interna con una squadra come il Besiktas. Qui al San Paolo sono venute a giocare squadre del calibro di Borussia, Chelsea e Bayen Monaco e non hanno portato a casa l’intera posta in palio.”

Gennaro continua la sua analisi spiegando:

“Il Napoli non è assolutamente un’ottima società. È un’ottima squadra che non ha dietro un’ottima società. Nel momento in cui hai perso Higuain in quella maniera stupida e poi si fa male la tua punta centrale che per un colpo di fortuna o fiuto dei tuoi scout. Questo Milik si presenta con due reti al Milan, due alla Dinamo Kiev e diventa subito un giocatore importante negli schemi della squadra. Per gli intenditori di calcio si sa, che per ovvi motivi la sua assenza peserà nello spogliatoio sull’aspetto psicologico. Qui si dimostra che non è una crisi ma che è uscito fuori un nervo a causa dell’infortunio di Milik: Sarri punta sullo schema con una sola punta e quando manca questo pezzo la squadra non va. Poi vediamo che questa società, partito Higuain non ha pensato a trovare un ricambio idoneo, se non nel mese d’agosto quando nessuno cede un pezzo da novanta.”

Infine: “Qualcuno dovrebbe rifiatare, vedi Jorginho che è un’ottimo giocatore, ma se non riposa te lo trovi a fare gli assist agli avversari. Ci sono altri calciatori pronti a dare il proprio contributo. Tonelli, Rog, soprattutto Giaccherini, elementi che potrebbero dare una grossa mano al rilancio del Napoli.”

Gli azzurri hanno smarrito la strada. Tocca al tecnico aiutarli a ritrovarla. E ora serve ripartire, il calendario è dalla parte di Sarri: sei punti contro Crotone e Empoli potrebbero spazzare via la prima crisi stagionale.

(Fioravante De Simone)

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