Sponda renziani a Cuperlo, giovedì proposta su Italicum

Sponda renziani a Cuperlo, giovedì proposta su Italicum
Sponda renziani a Cuperlo, giovedì proposta su Italicum
Sponda renziani a Cuperlo, giovedì proposta su Italicum

ROMA. – Recuperare un pezzo di sinistra Pd, senza smentire se stessi. E’ il tentativo che potrebbe portare entro giovedì a un nuovo passo della maggioranza Dem sulle modifiche all’Italicum. Per far emergere ancora più netta la distanza tra chi, come Pier Luigi Bersani e i parlamentari a lui vicini, ha già deciso per il No al referendum e avviato una battaglia anche sulla manovra. E chi invece, come Gianni Cuperlo, nel dialogo e nell’impegno di Matteo Renzi sulla legge elettorale crede davvero e potrebbe ancora convergere sul Sì.

La commissione per le modifiche all’Italicum, presieduta da Lorenzo Guerini, potrebbe riunirsi giovedì mattina. E offrire a Cuperlo quella risposta ‘politica’ che lui, nominato nella commissione in rappresentanza di tutta la minoranza Dem, non si stanca di invocare. Qualche parlamentare ipotizza la presentazione di un documento con una serie di enunciazioni di principio sulle possibili modifiche alla legge elettorale. Un testo che non vincoli per il futuro (a seconda che vinca il Sì o il No si aprirebbero del resto due scenari totalmente diversi) ma segni un impegno chiaro su temi, come i collegi uninominali e il premio alla coalizione (o l’apparentamento al secondo turno) che sono graditi non solo alla sinistra e a un pezzo di maggioranza Pd, ma anche agli alfaniani, con cui ci sono stati contatti negli ultimi giorni.

I vertici Dem mantengono però al momento grande riserbo e qualche perplessità su un testo ‘vincolante’. “Il modo migliore per cambiare la legge elettorale è non parlarne sui giornali”, sorride Ettore Rosato. Un accordo con Cuperlo, affermano dalla maggioranza Dem, è possibile e vale la pena provare a raggiungerlo. Mentre con i bersaniani non c’è speranza di recuperare la frattura. Tanto che loro si preparano ad annunciare giovedì il loro No definitivo al referendum: “Vanno bene gli impegni, ma al momento l’unico dato di fatto è che andremo a votare il 4 dicembre con l’Italicum in vigore”, dice un senatore. E già i bersaniani preparano la battaglia sulla legge di bilancio.

Una manovra, accusano a taccuini chiusi, piena di ‘mance elettorali’. Davide Zoggia annuncia un possibile voto contrario. E’ “inaccettabile”, sillaba Roberto Speranza, la ‘voluntary disclosure’ sui “contanti”. E’ un “condono”, concordano i bersaniani con i colleghi di Sinistra italiana. Mentre Pier Luigi Bersani, nell’attesa di leggere le norme, consiglia a Renzi di “non evocare i peggiori strumenti polemici della destra: qui non si tratta di combattere i vampiri, ma di riconoscere che per pagare meno bisogna pagare tutti”.

Una nuova grana, intanto, si presenta al Pd alla Camera per iniziativa del Movimento 5 Stelle. I grillini hanno infatti presentato una proposta di legge – in discussione in commissione – per portare a 5.000 euro le indennità dei parlamentari, con un risparmio – dice Danilo Toninelli – di “60 milioni di euro l’anno, più della riforma di Renzi”.

Dal Pd la replica è che con la vittoria del No al referendum, auspicata dai Cinque stelle, andrebbero comunque pagati gli stipendi ai senatori, che invece la riforma costituzionale cancella. Ma il M5s è determinato a portare al voto la sua proposta la settimana prossima in Aula per poter “dimostrare” che il Pd non vuole tagliare gli stipendi dei parlamentari.

“E’ oggettivo – osserva un deputato della minoranza Pd – che mentre facciamo propaganda per il referendum sbandierando il taglio ai costi della politica, questa cosa ci mette in difficoltà”. Ma la maggioranza Pd non si sottrae: “I deputati Pd hanno presentato gli emendamenti in commissione, vedremo come va il dibattito e poi come comportarci in Aula”.

(di Serenella Mattera/ANSA)

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