Usa 2016: Washington Post contro Trump, proposto il black out

Usa 2016, Trump contro Washington Post: ritirato accredito ai giornalisti
Usa 2016, Trump contro Washington Post: ritirato accredito ai giornalisti
Usa 2016, Trump contro Washington Post: ritirato accredito ai giornalisti

NEW YORK. – Un black out dei media contro Donald Trump: lo ha proposto il columnist del Washington Post Dana Milbank dopo il clamoroso annuncio che il candidato repubblicano ha ritirato le credenziali al quotidiano del Watergate per un titolo forzato dopo la strage di Orlando.

“Trump va ben oltre Nixon quanto ad ostilità nei confronti dei media”, ha scritto Milbank sul giornale della capitale. “Per fortuna c’è una risposta adeguata alle sue liste nere: un black out di Trump”. Che non significa, spiega il columnist, smettere totalmente di seguire il tycoon nelle sue quotidiane sparate a tutto campo: “Sarebbe venir meno al nostro dovere civico di cronisti”.

Milbank suggerisce invece di por fine alla pubblicità gratuita e acritica che finora il grosso della stampa ha regalato al miliardario e che lo ha aiutato a conquistare la nomination repubblicana. Tra Trump e la stampa il rapporto non è semplice: “Se eletto non butterò fuori i giornalisti dai briefing della Casa Bianca”, ha detto il tycoon spiegando alla Cnn perché è diverso adesso: “Ora sono un candidato, prendo in affitto grandi spazi e ho facoltà di scelta, ossia di negare l’accesso ai membri della stampa”.

Succede proprio così: prima di ogni evento i giornalisti, nelle liste nere o no, devono chiedere il permesso di entrare. Vengono poi avvertiti se la richiesta è stata accolta. Le liste nere sono ormai affollatissime.

Bandi simili a quelli del Post sono stati imposti a singoli reporter di Politico, Huffington Post, BuzzFeed, Gawker, Foreign Policy, Fusion, Univision, Mother Jones, il New Hampshire Union Leader, il Des Moines Register e il Daily Beast.

Il New York Times ha chiesto al miliardario cosa ha provocato il bando a tutto campo del Post: “E’ stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso”. Anche il quotidiano di New York sta giocando col fuoco: “E’ sempre possibile, è sempre possibile”, ha risposto il tycoon al titolare della nuova rubrica Mediator.

“Trump rifiuta il ruolo della stampa libera e indipendente”, ha detto il direttore del Post Martin Baron.

Tra le altre iniziative dell’agenda presidenziale del tycoon c’è quella di “aprire” le leggi sulla diffamazione per portare più facilmente in tribunale giornalisti. Trump ha anche suggerito che userà le norme anti-trust contro Jeff Bezos di Amazon, il proprietario del Post mentre il suo accolito Roger Stone ha proposto che, da presidente, Trump attacchi la CNN revocandogli la licenza di andare in onda.

(di Alessandra Baldini/ANSA)

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