Via libera del Senato alla manovra, si riparte da Sud e sicurezza

Un momento nell'aula del Senato durante la discussione generale sulla Legge di Stabilita', Roma, 19 Novembre 2015. ANSA/GIUSEPPE LAMI
Un momento nell'aula del Senato durante la discussione generale sulla Legge di Stabilita', Roma, 19 Novembre 2015. ANSA/GIUSEPPE LAMI
Un momento nell’aula del Senato durante la discussione generale sulla Legge di Stabilita’, Roma, 19 Novembre 2015. ANSA/GIUSEPPE LAMI

ROMA. – Via libera del Senato alla manovra. La legge di stabilità ha superato il primo giro di boa arricchendosi soprattutto sul capitolo casa, ma non affrontando ancora i temi centrali della sicurezza, diventato sempre più urgente dopo gli attacchi terroristici di Parigi, del Mezzogiorno, pur considerato in un primo momento essenziale a Palazzo Madama, delle pensioni e dei tagli alle Regioni e alla sanità.

Tutti nodi che ora passano alla Camera, dove il menù di novità e modifiche si preannuncia già da ora ben più ricco e complesso. Per ora le novità essenziali riguardano proprio uno dei pilastri voluti da Matteo Renzi, l’abolizione della Tasi.

Il Senato ha aggiunto la riduzione del 25% di Imu e Tasi sugli affitti a canone concordato e in materia di edilizia popolare, ha chiarito che militari e coniugi separati non sono tenuti al pagamento della tassa sulla prima casa e ha dichiarato esenti anche le cooperative edilizie a proprietà indivisa e gli alloggi sociali.

Per le giovani coppie ha invece potenziato il cosiddetto bonus mobili, portandolo ad un ammontare complessivo di 16.000 euro (anziché gli originari 8.000 euro). Ritocchi sono stati apportati anche al congedo parentale per i neopapà e sono stati ridotti i tagli a Caf e a patronati.

Palazzo Madama ha licenziato il testo assicurando la fiducia al governo con il voto favorevole di 164 senatori, tra cui non figurano però i dissidenti di Ap. Gaetano Quagliariello, Carlo Giovanardi, Andrea Augello e Luigi Compagna hanno concretizzato le loro divergenze politiche rispetto alla linea governativa di Ncd e Udc – non esclusivamente o strettamente legate alla manovra economica – astenendosi o non partecipando alle votazioni. Un metodo che, secondo l’ex ministro delle Riforme, potrebbe proseguire anche in futuro.

La palla passa comunque ora a Montecitorio, dove si giocheranno molte delle partite lasciate in sospeso in un esame che, al Senato, si è rivelato piuttosto lento e poco accattivante.

Sul Sud Parlamento e governo non sono stati infatti ancora in grado di identificare quale tra le misure proposte possa essere quella più adatta a rilanciare il tessuto produttivo.

A Palazzo Madama sono emerse tre linee di intervento: il credito d’imposta automatico, il rafforzamento della decontribuzione e il potenziamento dei superammortamenti. le prime due, ‘copribili’ facendo ricorso ai fondi europei e al fondo di sviluppo e coesione, sembrano le più probabili, ma la decisione dipenderà probabilmente da quale delle due possa risultare “più digeribile” anche all’Europa.

Il rapporto con l’Ue sarà fondamentale anche nella partita sulla sicurezza. Il governo ha assicurato più volte l’intenzione di aumentare i fondi a disposizione e la stessa Commissione ha dato il via libera all’utilizzo di risorse fuori dal patto di stabilità, ma l’ammontare dei finanziamenti deve essere ancora calcolato.

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