L’Inter a picco, fuori dall’Europa tra i fischi

Soccer: Europa League, Inter-Wolfsburg
MILANO.- Un’Inter senza personalita’, carattere e soprattutto senza cuore ammaina bandiera, si arrende ai tedeschi del Wolfsburg e – tra i fischi – dice addio al sogno europeo. Fallisce la remuntada chiesta da Mancini. Il Wolfsburg vince 2-1 a San Siro e prosegue la sua corsa in una serata amara per i tifosi nerazzurri che fanno i conti con una stagione da dimenticare. L’Inter e’ lenta, prevedibile, poco cinica e molto fragile in difesa. Carrizo – ancora una volta fra i pali – non da’ alcuna sicurezza al reparto arretrato gia’ di per se’ traballante e incerto. I tedeschi ne approfittano e sorprendono continuamente i padroni di casa con eccellenti ripartenze: sono coriacei, solidi e concreti. L’Inter risponde con approssimazione e soprattutto senza quella cattiveria che forse le avrebbe spianato la strada verso l’impresa. Mancini schiera Icardi come prima punta ma l’argentino non riesce a trascinare la squadra e si fa contagiare dalla mediocrita’ generale. Male Juan Jesus, insicuro Carrizo, in ombra Guarin. La squadra non gira, il centrocampo e’ scollegato, l’attacco sterile. L’Inter parte bene ma la sua tensione agonistica dura solo pochi minuti. Hernanes prova a sorprendere i tedeschi al 4′, Benaglio salva in tuffo. Il Wolfsburg replica con Caligiuri che schiaccia un buon pallone ma non centra lo specchio della porta. I tedeschi sono bravi a sfruttare gli spazi: Dost si trova a tu per tu con Carrizo senza trovare il gol. Sono le prime avvisaglie che qualcosa non va e che non e’ una notte di eroi. Icardi sbaglia tutto e non sfrutta un buon cross di Santon, subito dopo Ranocchia e’ bravo a salvare in scivolata su Dost. Carrizo va a vuoto mentre il portiere avversario compie un piccolo capolavoro su tiro di Icardi. Al 24′ clamorosa dormita della retroguardia nerazzurra: Juan Jesus e Ranocchia perdono l’uomo, lasciano crossare De Bruyne, arriva Caligiuri e beffa Carrizo: il portiere riesce a sfiorare la palla che pero’ inesorabilmente si infila nella rete. La strada per l’Inter diventa sempre piu’ impervia, un ribaltone e’ assolutamente improbabile. Tifosi silenziosi e sgomenti, parte qualche fischio, affranto Mancini. L’allenatore fallisce il tentativo di rivoluzionare la mentalita’ di una squadra priva di talento e genialita’, forse anche con poco coraggio e scarsa autostima. La reazione e’ insufficiente e confusa: Kovacic prova il destro, Palacio soffre e si fa pescare in fuorigioco, Icardi tenta di testa ma non imprime una buona spinta alla palla. Ancora Kovacic cerca l’azione personale: l’Inter non gioca coralmente e tutti i tentativi sono velleitari. Il Wolfsburg avverte la debolezza dei propri avversari e si proietta anche in avanti. Pericoloso prima Caligiuri, poi Dost. L’Inter – a suggello di una serata triste – fallisce una facile opportunita’ con Guarin che da due passi manca il bersaglio e si fa chiudere lo specchio da Benaglio. Il secondo tempo non segna un cambiamento radicale nell’Inter che continua a soffrire: subito contropiede del Wolfsburg con Dost chiuso da Carrizo. I tedeschi controllano agevolmente, i tifosi rumoreggiano e incitano la loro squadra chiedendole di lottare, di metterci convinzione. Eppure la svolta non c’e’: De Bruyne e’ pericoloso. L’Inter e’ poca cosa. Hernanes va di testa, Guarin prova da fuori, Palacio e’ il piu’ volitivo. Al 23′ il profeta sfiora il gol con un tiro che accarezza il palo. Eppure manca la carica, i nerazzurri sono rassegnati. Tre minuti dopo arriva il gol della bandiera di Palacio su assist di Hernanes. Nonostante il pari, la partita non sembra riaprirsi: Kuzmanovic cade in area, l’arbitro fa continuare. Il serbo calcia un paio di volte da varie posizioni, tentativi inefficaci. L’Inter sembra piccola piccola: si salva solo Palacio. Nessuna trama vincente, zero verticalizzazioni, movimenti senza palla inesistenti: in questo deserto di idee e di gioco arriva la mazzata finale, il gol di Bendtner a un minuto dal 90′. E’ la fotografia di questo momento nero per l’Inter sommersa da fischi implacabili. Mancini si mette le mani nei capelli. Lui vuole restare per vincere ma con questa squadra sembra una scommessa gia’ persa.

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