Renzi, la situazione è drammatica ma l’Italia può ritrovare slancio e speranza

ROMA. – La situazione è “drammatica”. Non lo nasconde, Matteo Renzi. Ma è “insopportabile”, aggiunge, “l’idea che l’Italia sia una macchina sgangherata che non funziona”. Le riforme vanno avanti e il Paese può “ritrovare slancio” a dispetto di tutti i “profeti del pessimismo”. E’ per questo che lui, alla guida di un governo di “ragazzacci”, è al lavoro anche a ferragosto per far “partire i cantieri”. Senza mandarle a dire o fare “sconti” a “burocrati, dirigenti, imprenditori, sindacalisti”, ai giudici e anche alle banche. Domani sarà al cantiere dell’Expo, giovedì a Napoli, Reggio Calabria e Termini Imerese, in visita a quelli che definisce senza mezzi termini i “luoghi del dolore”, dove più si sentono gli effetti della crisi e della mancanza di lavoro. E da quei luoghi lancerà il messaggio che l’Italia può ripartire, anche grazie agli investitori stranieri che, assicura, mostrano segnali di rinnovato interesse per il nostro Paese. Per capitalizzare quell’interesse e per andare in Europa a indicare e non più subire l’agenda, ribadisce Renzi, occorrono le riforme. Interventi concreti, non dispute su “totem ideologici” come quella in cui vorrebbe trascinarlo Angelino Alfano. Perché il punto non è se cambiare o meno l’articolo 18, ma come riformare più in generale lo statuto dei lavoratori per tutelare i più giovani e chi è senza occupazione. La tabella di marcia, assicura il premier, va avanti spedita. Tanto da aver già “ingolfato” il Parlamento di provvedimenti. Ma il punto non è tanto “andare dritto sull’accelerazione” bensì saper “frenare in curva”. Fare le cose che servono, mettendo soldi su capitoli come la scuola e indirizzando bene il 2% di tagli alla spesa (in tutto 16 miliardi) che dovranno essere fatti con la manovra per il 2015. Con Cottarelli, assicura, “è tutto rientrato”. Ora il punto è tagliare il cuneo fiscale ma non “per tutti”, bensì per chi ne ha più bisogno, come si è già iniziato a fare con gli 80 euro, che Renzi proverà ad assicurare l’anno prossimo a una più ampia platea. In questo lavoro il premier, che spiega di essere alla guida di un governo di “ragazzacci non arroganti ma determinati”, ascolta il contributo di tutti, anche le proposte economiche di Forza Italia perché, spiega, “i dossier degli altri li leggo sempre”. Ma con il partito di Silvio Berlusconi “l’accordo è su due punti: le riforme istituzionali e la legge elettorale”. Non c’è intesa di governo o un appoggio esterno. Certo, però, è il ragionamento che Renzi sviluppa in un’intervista alla trasmissione Millennium, è finito il tempo in cui i partiti, “anche di sinistra”, si approcciavano con i “paraocchi” agli altri partiti. Basta augurarsi “il male di Berlusconi”, bisogna lavorare per il “bene dell’Italia”. Il Pd è “diverso” da FI ma non ne rifiuta a prescindere le idee. Insieme per riformare la politica, dunque. Perché la politica si sta autoriformando e ora può “andare in faccia al burocrate, al dirigente, all’imprenditore, al sindacalista e dire: ragazzi, la musica è finita”, può dire ai giudici che “non possono fare carriera con le correnti”. Ma c’è di più: “L’Italia ha messo soldi per salvare le banche – sottolinea il premier – aspetto il giorno in cui le banche metteranno un po’ di soldi per salvare l’Italia”. Non è vero, sottolinea Renzi, che 30 milioni di italiani non andranno in vacanza. Ma non si può negare che la situazione è “drammatica”. E allora è condivisibile “dalla A alla Z” quello che dice Mario Draghi (“Ce ne fossero come lui…”) sulla necessità delle riforme, tanto più che non c’era “nessun collegamento” con l’Italia nel passaggio sulla cessione di sovranità. Non provino però i “gufi, sciacalli, avvoltoi” (“uno zoo”, scherza Renzi) ad agitare i dati contro l’Italia. L’Italia “può ritrovare slancio e speranza”. (di Serenella Mattera/ANSA)

Lascia un commento