I monologhi di Serena Dandini su femminicidio presentati a Ginevra

GINEVRA.- Dopo lo spettacolo al Palazzo di Vetro di New York, il 25 novembre scorso, il progetto teatrale di Serena Dandini “Ferite a morte” ha fatto nuovamente tappa alle Nazioni Unite con una rappresentazione al Palazzo delle Nazioni di Ginevra. Nella “capitale” dei diritti umani, la raccolta di monologhi sul femminicidio scritta da Serena Dandini in collaborazione con Maura Misiti, ha visto personalità quali il magistrato Carla Del Ponte, la fisica del Cern Fabiola Giannotti o l’ex ministro Cecile Kyenge salire sul palco e prestare la loro voce alla denuncia di una violenza fisica e sessuale che colpisce un terzo della popolazione femminile mondiale. Ognuna ha letto un monologo. Sotto forma di racconto postumo, i testi raccontano il dramma di omicidi di donne di tutto il mondo, spesso per mano “degli uomini che avrebbero dovuto amarle e proteggerle”, hanno spiegato Dandini e Misiti. Lo spettacolo, in lingue francese, inglese e italiano, è stato promosso a margine della 25sima sessione del Consiglio Onu per i diritti umani dalla Missione italiana e dalla Missione svizzera alle Nazioni Unite, grazie al supporto dell’Istituto italiano di cultura di Zurigo. Già andato in scena in una quindicina di teatri italiani, “Ferite a morte” ha fatto tappa a New York, Washington, Bruxelles e Londra. E il tour continua. “Non pensavo di fare il giro del mondo. Ma saremo presto a Strasburgo, e a Parigi, il 14 maggio, con la Fondazione Gucci Chime for Change. Inoltre – ha detto Dandini in una conferenza stampa – siamo stati invitati in Ghana, Egitto, India e c’è un progetto a Instanbul. Ci sono anche iniziative spontanee in Italia e nelle scuole in Belgio”, ha aggiunto sottolineando l’importanza del ruolo della scuola per combattere gli stereotipi. Oltre a Dandini, Misiti, Del Ponte, Giannotti e Kyenge, la serata ha coinvolto personalità quali l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Navi Pillay, l’attivista per la parità di genere Kate James, la cantante e attrice Petula Clark, Nelly Staderini di Medici sens Frontieres, la giornalista tv svizzera Esther Marmabachi, Laura Bates, fondatrice di Everyday Sexism, la sciatrice elvetica Lara Gut e l’attrice Maria Grazia Cucinotta. “Sono una donna e madre di una bambina di 12 anni”, ha detto la Cucinotta. “Non voglio che mia figlia debba convivere con la paura. Sono personalmente cresciuta con mia madre che mi ripeteva di stare attenta, di non uscire la sera da sola, di non andare nei posti isolati. Non è giusto avere paura di essere donna”, ha affermato. Il progetto si avvale del patrocinio del Ministero degli affari esteri italiano ed il tour internazionale è reso possibile grazie a Eni e Gucci.

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