Carceri: Il Consiglio d’Europa bacchetta l’Italia

ROMA. – Le misure prese finora contro il sovraffollamento delle carceri sono insufficienti. Il comitato dei ministri del Consiglio d’Europa avverte l’Italia quando mancano meno di tre mesi al 27 maggio, la scadenza fissata dalla Corte di Strasburgo per risolvere l’emergenza. E invita le autorità italiane a individuare altre misure, anche preventive, e a presentare un piano dettagliato con tempi e cifre. Una patata bollente per il neo ministro della Giustizia, Andrea Orlando, consapevole che l’ultimo decreto svuota-carceri, varato a dicembre e approvato in via definitiva il 19 febbraio, è positivo ma non basta, va accompagnato da “un’azione amministrativa” e “interventi di carattere strutturale”. Quel decreto, comunque, preceduto a luglio da un intervento analogo, risultati ne sta dando. Oggi i detenuti sono 60.828, contro i 64.000 di inizio dicembre. Lo scostamento dalla capienza – quella regolamentare è di 47.857 posti – resta alto: circa 13mila unità. E infatti in serata il ministero ha fatto sapere che le preoccupazioni espresse dal Consiglio d’Europa si basano su dati precedenti agli ultimi interventi normativi e che in un prossimo rapporto a Strasburgo saranno fornite le rilevazioni aggiornate. Inoltre il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria – i cui vertici hanno visto ieri con Orlando e lo rivedranno a breve per un approfondimento – prevede per maggio di scendere a 59mila detenuti e di salire a 50mila posti di capienza grazie all’apertura di nuovi padiglioni (sono in arrivo 300 posti a Catanzaro, 200 a Ariano Irpino, 200 a Frosinone, per citare alcuni casi). Miglioramenti attesi anche dai baschi blu: “Nelle prossime settimane ci aspettiamo dei progressi sul sovraffollamento”, spiega Eugenio Sarno, segretario della Uilpa penitenziaria, auspicando però anche interventi per la polizia penitenziaria: “Nel 2000 avevamo 43 mila agenti per 40 mila detenuti. Oggi il rapporto è 37mila a 61mila. Solo incentivando misure semplici come meccanizzazione dei cancelli e telecamere per la sorveglianza remota abbiamo stimato un risparmio di circa 2.500 unità di polizia penitenziaria al giorno”, suggerisce Sarno, che chiede anche norme più incisive sulla custodia cautelare per deflazionare i penitenziari. Va anche detto che Strasburgo ci chiede sì misure contro il sovraffollamento, ma anche rimedi compensativi in termini di risarcimento o sconto di pena, per rispondere ai detenuti o ex detenuti delle carceri italiane che hanno fatto ricorso e disinnescare le 3mila cause pendenti. Ma delle due misure di compensazione previste nell’ultimo decreto, la liberazione anticipata speciale che aumenta i giorni “condonati” ogni sei mesi è stata in parte ridimensionata e il risarcimento equitativo eliminato. La strategia Orlando non prevede, per ora, nuovi decreti e neppure di sollecitare un’amnistia o un indulto, che avrebbero un effetto immediato ma non strutturale, e soprattutto sposterebbero il problema sul piano politico, visto che parte del Pd condivide l’idea di un provvedimento di clemenza, mentre Renzi l’ha sempre osteggiata già prima di diventare premier e la responsabile Giustizia del Pd Alessia Morani l’ha bocciata. Orlando punta piuttosto a utilizzare meglio l’esistente: ipotizzare una sorta di geografia carceraria; accelerare il piano carceri; agevolare le convenzioni con Regioni e comunità per le alternative alla detenzione, strumento sottoutilizzato; rafforzare gli accordi perché gli stranieri scontino la pena nei paesi d’origine. (Eva Bosco/ANSA)

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