I saggi consigliano: Via gli italiani all’estero

Eliminare la circoscrizione estero. Non ci sorprende affatto che appaia questa proposta tra i consigli snocciolati dai “saggi” del Gruppo di Lavoro sulle riforme istituzionali al Presidente Napolitano.

Ci lascia un amaro in bocca, quello si, perché ancora una volta dobbiamo prendere atto del fatto che anche personalità di tutto rispetto come quelle che compongono questo gruppo di lavoro e in particolare Valerio Onida, Gaetano Quagliariello e Luciano Violante, ci hanno tollerato a fatica e alla prima occasione cercano di metterci all’angolo. Un modo singolare di considerare il diritto e l’unica voce di dissenso è stata quella del senatore di ‘Scelta Civica per l’Italia’ Mario Mauro, che ha giustamente proposto di rivedere i criteri delle votazioni ma senza togliere agli italiani all’estero un diritto acquisito ormai da anni.

Probabilmente la sua lunga esperienza maturata in Europa come Vice Presidente del Parlamento Europeo, permette a Mauro di avere uno sguardo meno chiuso e di capire meglio di altri le possibilità che potrebbe aprire all’Italia una diversa valutazione e “utilizzazione” dell’Italia all’estero.

Ma incominciano a chiederci se e come riuscire a far calare questo concetto all’interno del mondo politico, economico e culturale dell’Italia.

Dà quasi noia ripetere i nomi eccellenti di origine italiana che hanno riconoscimenti e successo in ogni parte del mondo e che potrebbero costruire ponti diversi con un’Italia che ha, e avrà sempre di più, bisogno di guardare fuori dai propri confini.

E invece ecco che, alla prima occasione, anche persone che dovrebbero essere capaci di valutare i problemi con uno sguardo più ampio, propongono di tagliare l’unico cordone ombelicale che l’Italia ha veramente costruito con le comunità all’estero. Il voto resta ma va diretto ad italiani.  Le poltrone diminuiscono e quindi non si possono regalare. La verità è questa, anche se viene mascherata da giustificazioni tipo quella dei brogli che purtroppo ogni volta hanno gettato pesanti ombre sul nostro voto.

Se fossimo rispettati e apprezzati si proporrebbe ben altro. Si proporrebbe la modifica delle modalità del voto e l’introduzione di misure volte a rendere difficile se non impossibile il broglio elettorale.

Se fossimo rispettati e apprezzati si accelererebbero le indagini che dovrebbero inchiodare alle loro responsabilità quei personaggi che con il loro agire disonesto hanno gettato discredito su tutti noi che viviamo all’estero. Sono pochi ma per quei pochi oggi paghiamo tutti.

Eppure, nonostante ciò, nel corso delle ultime elezioni la gran maggioranza dei votanti all’estero, quelli che rispettano sé stessi e il proprio voto hanno dimostrato grande serietà e capacità di analisi. Ben diversa sarebbe la situazione italiana in questo momento se anche in Italia avessero votato come abbiamo votato noi. Non avremmo un paese che è additato come l’esempio da non seguire.

Eliminare la circoscrizione italiana all’estero sarebbe un errore con conseguenze che gli italiani non sono in grado di valutare esattamente. La ferita che ne deriverà difficilmente riuscirà a sanarsi completamente e il treno italiano perderà un vagone che per importanza poteva diventare la sua locomotiva.

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