Draghi: “Acquisto dei bond legittimo, non sono aiuti agli Stati”

ROMA – I debiti degli stati non devono essere finanziati dalla Bce. Ma quelli più deboli vanno aiutati con acquisti di bond fino a tre anni. Così Mario Draghi, nel giorno in cui per Angela Merkel “è tempo che la politica porti lo spirito dell’economia sociale nella finanza”, anche perché “i mercati finanziari negli ultimi 5 anni non hanno affatto aiutato la gente”. A tre giorni dalla riunione del board Bce che delineerà i dettagli della sua politica, il presidente ha difeso davanti al Parlamento europeo la legittimità degli acquisti di bond, ma ha anche ribadito il ‘no’ alla licenza bancaria dello Esm, che sarebbe una forma di finanziamento diretto secondo il parere giuridico degli esperti della stessa Bce.

In compenso per Draghi è legittimo, ovvero “in linea con il mandato” di garantire la stabilità dei prezzi, che l’Eurotower intervenga in funzione anti-spread acquistando titoli di stato sul mercato secondario. L’importante è che si tratti di acquisti di bond “a breve”, ovvero con scadenza non superiore ai tre anni. E che “quando e se” avverranno gli acquisti siano legati ad una “condizionalità severa” per i paesi che avranno richiesto l’aiuto, “altrimenti si allentano le tensioni” nello sforzo di riforma necessario per riportare in linea i deficit. Le indicazioni sono state date dal capo dell’Eurotower durante l’audizione che si è tenuta davanti alla Commissione economico-finanziaria del Parlamento europeo.

Audizione ‘a porte chiuse’, ma virtualmente spalancate dalle decine di parlamentari che hanno riferito e registrato le parole di Draghi provocando in serata anche la reazione della presidente Sharon Bowles. Il presidente della Bce ha spiegato che “i cambiamenti dei tassi di interesse hanno un impatto su uno o due paesi al massimo e non hanno effetti sul resto dell’Eurozona”. In una situazione generale che “si è calmata, ma è ancora fragile e altamente incerta”, ha aggiunto, e “esattamente per garantire la stabilità dei prezzi” che “dobbiamo ricostruire l’Eurozona e superare la frammentazione”.
– Ciò che stiamo facendo – ha continuato – è in linea con il nostro mandato e ha molto a che fare con la sopravvivenza dell’Eurozona, in un momento in cui il resto del mondo ha cominciato a metterla in discussione. Per questo la Bce proseguirà con l’attuale politica monetaria i cui dettagli saranno decisi giovedì.

Ed ha precisato che “se compriamo sul mercato a breve termine, dove i bond hanno scadenze di uno, due o anche tre anni, l’effetto di finanziamento monetario è quasi nullo”.

Le parole di Draghi sono arrivate nel giorno in cui il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Scaheuble ha ribadito come la Germania sia contraria al finanziamento diretto degli stati in difficoltà, ma si è anche detto “sicuro” che la prossima settimana la Corte Costituzionale tedesca non giudicherà incompatibile con la legge tedesca il fondo di salvataggio Esm. E le parole sulla necessità di intervento per garantire equilibrio nell’eurozona di fronte agli attacchi dei mercati hanno fatto ‘pendant’ con quelle di Angela Merkel. Che in un intervento pubblico organizzato in Baviera, ha sottolineato come “in una fase così difficile” i paesi deboli dell’Eurozona “si sono guadagnati la nostra solidarietà e il nostro augurio per il superamento delle loro difficoltà”.

In sostanza, un’apertura di credito pronunciata nel ‘lander’ della Csu, l’ala dei cristiano-democratici tedeschi più nettamente contraria agli interventi. Nel suo intervento la Merkel ha anche affermato che “il grande compito della politica oggi è di trasportare lo spirito dell’economia sociale di mercato anche nella finanza”. Ed in un accalorato passaggio ha aggiunto una stoccata anti-mercati:
– Pochi si sono arricchiti e molti, nel mondo, hanno dovuto pagare. I mercati hanno apprezzato le parole di Draghi: segno più in tutte le piazze europee. E spread sotto quota 440.

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