SETTIMANA CRUCIALE: Le parti in gioco

ROMA – Settimana cruciale per la riforma del Lavoro. Il premier Monti si dice convinto in un successo dell’incontro in agenda oggi con le parti sociali. Il ministro Fornero mostra altrettanta fiducia, con un distinguo: “Ascoltiamo tutti con serietà, ma non possiamo andare avanti a discutere all’infinito. Direi che il tempo limite è la settimana prossima”. E aggiunge: “Trovo che sia difficile per le parti sociali. Soffrono, si lamentano. Confindustria si lamenta, il sindacato si lamenta. E’ la dimostrazione che stiamo lavorando non per una parte ma per il paese e per il futuro. Questa riforma del lavoro è molto attesa – spiega – dagli italiani, all’estero e dai politici. Forse c’é persino un carico eccessivo di aspettative sulla riforma”, dice tra l’altro la Fornero negando di essere “il ministro dell’articolo 18”.
– I SINDACATI: Tra i leader sindacali Raffaele Bonanni della Cisl denuncia il “gioco al massacro” nella trattativa e si dice arrabbiato “con chi non vuole prendersi responsabilità e preferisce che lo facciano gli altri, in questo caso il governo. Il rischio è che alla fine Monti decida da solo e lo farà nel peggiore dei modi come è accaduto per le pensioni”. Ma Luigi Angeletti della Uil non indietreggia, specialmente sull’articolo 18 per quanto riguarda gli aspetti disciplinari: “Così proprio non si va da nessuna parte. E di certo non con i sindacati – ammonisce – Fornero ha annunciato senza mezzi termini che bisogna modificare l’art. 18 anche per quanto riguarda le questioni disciplinari e questo a noi non sta proprio bene. Non si vede perché si debbano indebolire ancora una volta i lavoratori senza un motivo reale”.
– LA POLITICA: Diversi gli esponenti politici che esortano ad andare avanti. “Forza e coraggio – dice il leader Udc Pier Ferdinando Casini -. Noi non vogliamo solo nuovi provvedimenti sul lavoro, vogliamo un accordo sul lavoro perché se questo negoziato si dovesse concludere senza un accordo perdiamo un’occasione importante”. Mentre il presidente della Camera Gianfranco Fini avrebbe voluto un passo “più coraggioso e innovativo del punto compromissorio individuato. Sarebbe stato meglio se per i neo assunti si fosse cambiato davvero registro e l’articolo 18 fosse rimasto in vita solo per il licenziamento discriminatorio”, ha detto spronando Monti a fare la sua proposta nel nome dell’interesse generale, senza subordinarla all’intesa con le parti come ha fatto sulle pensioni. Un altolà arriva da Confcommercio, che ricorda come “il terziario sta già pagando un prezzo altissimo” e dice che si opporrà a qualunque altra iniziativa tesa a “ingessare l’organizzazione del lavoro, attraverso interventi anche su contratti regolamentati quali il tempo determinato, il part-time, l’apprendistato”.

Lascia un commento