Lavoro, si tratta ancora ma la Cgil non cede

ROMA – Resta il gelo tra i sindacati sull’articolo 18. Con la Cgil che, dopo le prove di mediazione tentate dalla Cisl, avverte che non concederà nessun sì a prescindere. Una posizione ribadita ieri con forza alla luce delle indiscrezioni di stampa di un primo compromesso sulla discussa norma raggiunto nel corso di un vertice segreto, smentito ufficialmente, tra il premier Mario Monti e Susanna Camusso. Una notizia che fa infuriare la Cgil, mentre la Cisl ne approfitta per ironizzare augurandosi che l’incontro sia vero.
Nella trattativa per la riforma dell’articolo 18, secondo quanto scrive Repubblica, sarebbe stata raggiunta una mediazione tra Governo e il sindacato più restio alla riforma: il presidente del Consiglio Monti e il segretario della Cgil Camusso, infatti, avrebbero avuto nei giorni scorsi, prima della partenza di Monti per gli Usa, un incontro segreto che potrebbe aver sbloccato la partita. Nell’occasione, secondo il quotidiano, non sarebbe stilato un testo definitivo o un documento, ma si sarebbe raggiunta un’intesa di massima per una ‘’sospensione temporanea’’ dell’articolo 18 per alcune categorie di lavoratori, cioè i precari da assumere (ai quali verrebbe data la possibilità di passare alla stabilità accettando una prima fase in cui per 3-4 anni non è vietato interrompere il rapporto) e per le nuove iniziative imprenditoriali.
La notizia dell’incontro viene però prontamente smentita da una nota congiunta di Palazzo Chigi e della Cgil:
‘’Nei giorni scorsi non vi è stato nessun incontro né colloquio’’ tra il premier e la leader della Cgil. Il sindacato di corso Italia lo ribadisce anche su Twitter, dove sfoga la propria rabbia contro il quotidiano vicino al centrosinistra: ‘’L’incontro segreto è una grave invenzione’’, scrive la Cgil, che si chiede se qualcuno voglia far saltare il confronto. ‘’Non subiremo pressioni improprie’’, assicura il sindacato, avvertendo che non dirà sì a tutti i provvedimenti a prescindere dalle proprie idee. Ma il quotidiano ribadisce la propria ricostruzione. E la Cisl ironizza augurandosi che che l’incontro segreto sia vero.
‘’Fa sorridere – commenta il sindacato guidato da Raffaele Bonanni sempre su Twitter – che taluni discutano sotto banco quello che altri fanno sotto la luce del sole’’. A richiamare i sindacati all’unità è intanto l’Ugl che per superare il nodo dell’articolo 18 suggerisce di ‘’intervenire sui tempi del reintegro’’.
Sulla vicenda scende in campo anche la politica. Con il leader dell’Idv Antonio Di Pietro che si chiede chi mente e per quale motivo. L’ex ministro del lavoro Cesare Damiano (Pd) chiede invece che le soluzioni sul mercato del lavoro arrivino dal tavolo governo-parti sociali e ‘’non attraverso le interviste o le illazioni giornalistiche’’. Il suo successore Maurizio Sacconi osserva che, se fossero fondate le indiscrezioni su un congelamento dell’articolo 18 per precari e nuove imprese, ‘’si finirebbe con il fare faticosamente per legge ciò che è già possibile con l’articolo 8 della manovra estiva mediante accordi sindacali’’.
Ferrero (Prc) chiede alla Camusso di dire chiaramente che non accetterà mai di firmare un accordo che preveda una manomissione dell’art.18. Intanto oggi si apre una settimana ricca di appuntamenti sulla riforma del mercato del lavoro.  I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil ne discuteranno con Rete Imprese Italia.

Le ipotesi di riforma
ROMA – Dall’abolizione del reintegro nei casi di licenziamento per motivi economici al reintegro solo per i licenziamenti discriminatori, fino al congelamento della tutela per i precari da assumere. Sono molte le ipotesi sul tappeto per la modifica del discusso articolo 18 nell’ambito della riforma del mercato del lavoro allo studio del Governo. Ecco di seguito le principali ipotesi circolate negli ultimi tempi.
– FORNERO. L’ipotesi illustrata dal ministro del lavoro Elsa Fornero alle parti sociali al tavolo a Palazzo Chigi prevede solo un indennizzo economico in caso di licenziamento per motivi economici e la scomparsa del reintegro nel posto di lavoro previsto dall’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori nei casi di licenziamento senza giusta causa o giustificato motivo nelle aziende con oltre 15 dipendenti.
– CONFINDUSTRIA. Secondo l’associazione degli industriali la tutela offerta dall’articolo 18 con il reintegro sul posto di lavoro va circoscritta solo ai licenziamenti discriminatori o nulli, cioè quelli soggettivi. Negli agli altri casi ci deve essere invece una indennità di licenziamento.
– FASSINA-GABAGLIO. Il responsabile economico del Pd, considerato vicino all’ala sinistra e il presidente del Forum lavoro del Pd, propongono di valutare se e come i licenziamenti individuali di carattere economico non possano seguire un percorso simile a quello per i licenziamenti collettivi della stessa natura, con l’intervento del sindacato e l’applicazione di analoghe provvidenze sociali, ferma restando la possibilità, qualora emergesse nella procedura il carattere pretestuoso del comportamento dell’impresa, di intraprendere da parte del lavoratore le vie legali per ottenere giustizia secondo la normativa vigente.
– BONANNI. Il leader della Cisl, che condivide la proposta Fassina-Gabaglio, propone di intervenire su due fronti: stabilendo una corsia preferenziale per i processi da articolo 18, che oggi durano fino a sei anni, ed agganciando la disciplina dei licenziamenti individuali per motivi economici a quella già prevista per i licenziamenti collettivi. Una modifica che, comunque, secondo il segretario della Cisl, permetterebbe in ogni caso di mantenere tutta la validità della norma contro abusi e discriminazioni.

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