Otto ergastoli per Duisburg

REGGIO CALABRIA – La Corte d’Assise di Locri, presieduta da Bruno Muscolo, ha condannato Giovanni Strangio alla pena dell’ergastolo per la strage di Duisburg, avvenuta in Germania il giorno di Ferragosto del 2007.


In tutto sono 8 (rispetto ai 9 richiesti dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria) gli ergastoli decisi dai giudici nell’ambito del processo Fehida che riguarda la faida tra le cosche di San Luca. Carcere a vita anche per Francesco “Ciccio Pakistan” Pelle, Francesco e Sebastiano Vottari, Sebastiano Romeo, Francesco, Giovanni Luca e Giuseppe Nirta. Assolto, nonostante la richiesta d’ergastolo, Sebastiano Strangio.

Lo stesso per Luca Liotino, per cui la Dda aveva chiesto la condanna a 15 anni, e Antonio Rechichi per il quale la Procura aveva invocato l’assoluzione. Condannati a 9 anni Antonio Carabetta e Sonia Carabetta, per i quali la Procura aveva chiesto 18 anni di reclusione, e a 12 anni Antonio Pelle (18 la richiesta della Procura).


“Dal risultato dall’istruttoria dibattimentale è emersa tutta la ferocia, la violenza e la personalità degli imputati”, ha spiegato il procuratore aggiunto Nicola Gratteri, nel commentare la sentenza. Sulle tre assoluzioni, ha detto che attenderà di leggere le motivazioni. “Forse – ha commentato – c’è stato qualcosa che ha riguardato l’acquisizione degli interrogatori in Germania”.


Il magistrato ha sostenuto che “è importante che la Corte d’Assise di Locri abbia riconosciuto la responsabilità degli imputati per fatti così gravi che ci hanno additato come mafiosi, come fossimo in uno stato messicano e sudamericano. Questo ha nuociuto non solo alla Calabria ma all’immagine dell’Italia”.
Alla lettura della sentenza scene di disperazione. La madre di uno degli imputati, nell’apprendere della condanna all’ergastolo del figlio si è lasciata a urla disperate. E’ stata accompagnata all’esterno dell’aula dai carabinieri continuando ad urlare e battere pugni al muro. Mentre Antonella Giorgi, madre di Marco Marmo, una delle vittime della strage, è netta: “Chi ha sbagliato deve pagare, non abbiamo fatto noi i nomi di chi ha ucciso i nostri figli, ma la giustizia. La giustizia deve fare il suo percorso. Senza giustizia non c’è pace”. Vicino a lei, Marianna Carlino, madre dei fratelli Francesco e Marco Pergola, anch’essi uccisi nella strage di Duisburg. “Ora voglio che il loro nome sia riabilitato. I miei figli sono stati chiamati mafiosi, ma in realtà sono vittime innocenti della mafia, della scelleratezza di questa gente”.