Fiducia alla manovra, ecco il sì del Senato

Hanno detto sì al provvedimento l’Mpa, la Lega Nord e il Pdl, contro si sono espressi Pd, Idv, Udc e Api. Nelle dichiarazioni che hanno preceduto il voto tutti i rappresentanti delle opposizioni hanno criticato fortemente sia i contenuti del provvedimento che la questione di fiducia posta dall’esecutivo.

A cominciare da Alfonso Mascitelli per l’Italia dei valori, che ha bocciato la manovra come “l’ennesima menzogna che si sta propinando al Paese perché non stabilizzerà i conti pubblici” e ha giudicato la questione di fiducia posta dal governo “un atto di viltà politica”.

Il capogruppo dell’Udc a Palazzo Madama Gianpiero D’Alia ha messo in evidenza, invece, come questo provvedimento sia “un atto di sottomissione al governo e alla Lega” e la maggioranza abbia dimostrato di “non avere il coraggio e l’umiltà per affrontare la crisi economica”, che al contrario secondo l’esponente del partito di Casini “poteva rappresentare un’occasione per rinsaldare l’interesse nazionale”.

Al di là della forma D’Alia ha dato un giudizio molto negativo dei contenuti dell’intervento correttivo perché “rinvia quelle riforme che potrebbero renderci competitivi, non offre alcuno stimolo concreto sul fronte della domanda” e in definitiva è “pieno di marchette padane”, a partire dal rinvio del pagamento delle multe sulle quote latte.

Per la presidente dei senatori del Partito democratico Anna
Finocchiaro “questa manovra è fortemente iniqua e recessiva, destinata a impoverire il Paese di ogni prospettiva di crescita e sviluppo”. Finocchiaro ha sottolineato che “non c’è una misura che riguardi le giovani
generazioni, i ragazzi e le ragazze italiane”, e ha ricordato i dati dell’Istat sulla disoccupazione giovanile
che testimoniano una perdita di fiducia e di prospettive, con una disoccupazione giovanile che è arrivata
al 25%. Una situazione di per sé grave ma che secondo la senatrice del Pd viene aggravata dalle decisioni
della maggioranza che sta “venendo meno alla prima responsabilità di una classe dirigente, quella di
creare un’altra classe dirigente, e soprattutto un popolo che si assuma la responsabilità di guidare il
Paese in futuro”.

Nel merito della manovra Finocchiaro ha stigmatizzato i tanti provvedimenti che colpiscono le Regioni, le donne e soprattutto i più poveri che subiranno una vera e propria “mattanza di diritti e di cittadinanza”, mentre per il Mezzogiorno “non c’è un soldo”. Sul fronte dalla maggioranza il sì convinto
alla manovra da parte della Lega viene spiegato dal senatore Massimo Garavaglia con la presenza di
misure anche strutturali all’interno del provvedimento, a cominciare da quelle sulle pensioni, mentre
sulle quote latte l’esponente del Carroccio minimizza: il provvedimento costa “meno di 5 milioni di euro” e ”non porterà nessuna sanzione da parte dell’Unione europea”.

Il capogruppo del Pdl Maurizio
Gasparri, infine, ha rivendicato alla sua parte politica il merito di aver costruito una manovra con un “forte consenso delle parti sociali”, che mette al riparo l’Italia “da qualsiasi fattore di rischio che sta colpendo
altre realtà dell’Europa”. Gasparri ha messo in evidenza diversi punti cruciali sui quali il governo è voluto
intervenire: la sanità, dove sono stati garantiti “tutti i servizi essenziali”, contenendo la spesa pubblica e
non alzando il prelievo fiscale, i fondi alla scuola, alla sicurezza e la riforma delle pensioni.

Gasparri ha
ricordato anche i nuovi strumenti per la lotta all’evasione fiscale che sono nella manovra e la volontà
di tutta la maggioranza di proseguire nella riduzione dei costi della politica, mentre si continua “a
togliere soldi alla criminalità organizzata per darli alla giustizia”. Insomma, per Gasparri si tratta di una
manovra che aprirà “una stagione di crescita e di sviluppo” per il Paese. Ora il provvedimento passa all’esame della Camera e la sua approvazione definitiva è prevista per il 29 luglio, con
il governo che ha già annunciato anche per Montecitorio la questione di fiducia.