Bertolaso: “Nessuna fuga né dimissioni anticipate”

“Esiste un percorso già disegnato da tempo e condiviso con il presidente del Consiglio
dei ministri – spiega – quando sarà portato a termine, con l’assunzione dei giovani precari, la nomina dei dirigenti e la definizione di una road map per la missione di una realtà ammirata e rispettata a livello internazionale, allora finalmente potrò togliere il disturbo”.

Dunque, prosegue, “nessuna fuga anzi tempo, nessun abbandono improvviso, né dimissioni anticipate”. Ma soltanto, conclude il capo della Protezione Civile, “il desiderio di far crescere sempre più i nostri giovani e la voglia di mettersi in discussione su altri terreni, forse ancora più problematici di quelli coltivati fino ad oggi”.

Bertolaso è tornato poi sulla vicenda del suo
addio alla Protezione Civile: “Mi sono sempre augurato che nessun funzionario dello Stato potesse rimanere sulla stessa sedia per più di cinque anni e che non fosse immaginabile superare quella soglia di sette che la Costituzione attribuisce per la massima carica dello Stato”.

E Bertolaso è alla guida del Dipartimento della
Protezione Civile dalla fine del 2001 ed “è dalla fine del 2008 che ho chiesto di affidare ad altri il privilegio di servire il paese come capo della Protezione civile. “E c’ero quasi riuscito nei primi mesi del 2009”, afferma Bertolaso, ma il terremoto in Abruzzo del 6 aprile “ha fermato le lancette di quell’orologio”. Lancette “che
oggi – conclude il capo della Protezione Civile – possono rimettersi in moto”.