Zulia, bus attaccato a colpi di mitra

MARACAIBO – Nuove vette di violenza nello Zulia, dove un minibus con 40 persone a bordo è stato il bersaglio di una vera e propria imboscata a colpi di armi da guerra, le cui conseguenze – ancora parziali – sono state un 14enne morto e altre otto persone ferite. I responsabili del gravissimo fatto di cronaca, a quanto affermano i superstiti, sarebbero gli appartenenti a una banda di delinquenti nota come “Los Pulgas”, che da tempo imperversa nel settore El Manzanillo; tutto fa supporre che si sia trattato di una rappresaglia legata ad ambienti della malavita. Il veicolo preso di mira, attaccato mentre si trovava sull’autostrada La Concepción-Maracaibo, era partito dal cimitero El Edén per riportare a casa, al barrio Bolivariano nel municipio San Francisco, coloro che avevano partecipato ai funerali di un 18enne assassinato giovedì scorso. Secondo il racconto dei testimoni, dopo 15 minuti di viaggio il bus veniva raggiunto da sei fuoristrada bianchi, dai quali scendevano dieci uomini armati di pistole, fucili e mitra, che senza un attimo di esitazione iniziavano a sparare sul veicolo. “Su quell’autobus c’erano dei bambini – ha riferito una passeggera – hanno fatto fuoco anche con mitragliatori. Mia figlia è stata colpita alla testa. Loro (gli attaccanti, ndr) mi conoscono, per questo mi sono parata sulla porta del bus affinché non passassero, ma anche così hanno sparato contro tutti. Non avremmo mai pensato che avrebbero infierito su gente innocente”. A quanto riferito da un testimone, il 14enne rimasto ucciso sarebbe stato tirato fuori a forza dal bus, e ammazzato con ripetute scariche di proiettili.