ROMA – L’equidistanza tenuta dall’Italia in merito alle candidature di Venezuela e Guatemala a un seggio nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu avrebbe irritato
“L’astensione italiana – spiega Molinari – ha due motivazioni: la volontà di non essere protagonisti di una spaccatura in seno all’Onu al fine di mantenere un canale aperto con i Paesi non-allineati nella partita sulla riforma del Consiglio di Sicurezza e il bisogno di tutelare gli interessi degli italiani che vivono in Venezuela”. Aggiungiamo a questa analisi i ricchissimi appalti che il governo venezolano ha assegnato alle ditte italiane impegnate nella costruzione del “ferrocarril”, e il profilarsi all’orizzonte di un altrettanto ricco accordo nel campo della salute. Fatto sta, continua Molinari, che Bolton insiste, sottolineando come Chávez, oltre a essere alleato di Cuba e Iran, abbia paragonato il presidente Bush al ‘diavolo’, ed è perciò “incomprensibile” il mancato sostegno al Guatemala.
“Dopo il basso profilo mantenuto da Washington sul ritiro delle truppe italiane dall’Iraq e l’intesa bilaterale sulla nuova missione Unifil in Libano – chiude Molinari – il caso-Chavez fa temere per la prima volta a Washington che la politica estera del governo Prodi possa essere condizionata dagli umori della sinistra radicale e antiamericana che vede in Chávez l’erede di Fidel Castro. I dubbi di Washington si concentrano in particolare su D’Alema perché fu lui, durante il primo incontro con