“Ritiro dall’Iraq secondo i piani”

ROMA – Tornerà oggi in Italia la salma di Alessandro Pibiri, 25 anni, il militare italiano ucciso lunedì in Iraq – il trentunesimo dall’inizio di “Antica Babilonia”, il quinto negli ultimi 40 giorni. Pibiri (promosso ieri caporalmaggiore) è rimasto vittima di un ordigno artigianale fatto esplodere sulla strada per Tallil, in un punto a 100 chilometri da Nassiriya. In suo onore si terranno venerdì prossimo, nella basilica di San Paolo a Roma, funerali solenni alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Non è ancora decisa la data del rientro dei quattro militari della brigata Sassari rimasti feriti nell’attentato, Luca Daga (il più grave, non è in pericolo di vita ma ha riportato pesanti lesioni a un occhio), Manuele Pilia, Yari Contu e Fulvio Concas; le loro condizioni migliorano, ma si aspetta il via libera dei medici.


Parlando alla Camera, Prodi ha voluto sottolineare come in questi giorni “l’Italia intera rende omaggio ai suoi caduti”, ed esprimere “tutta la nostra solidarietà” alle forze armate. Ha quindi spiegato che non ci sarà nessun cambiamento nella tabella di marcia per il ritiro dall’Iraq: “Non c’è nessun disegno politico per condizionare il rientro”, rimandando ogni decisione in merito a un approfondito confronto da svolgersi urgentemente nel governo e nel Parlamento. Una decisione che nella mente di Marco Pibiri, il padre del militare caduto, si è invece cristallizzata definitivamente: “Prima rientrano a casa meglio è. L’Iraq è un posto dove la vita umana non conta”.


Nella foto: Alessandro Pibiri ritratto con la fidanzata, Valentina