Noi non prendiamo lezioni di comportamento”


ROMA – Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano ha criticato il capo della Farnesina Gianfranco Fini, il quale aveva detto che non sarebbe andato alla manifestazione a sostegno di Israele perché temeva ritorsioni da parte di Teheran. Dura risposta della Farnesina: “Non prendiamo lezioni da dicasteri stranieri”.


– Questo linguaggio non è compatibile con la carica di ministro degli Esteri – ha detto Hamid Reza Asefi, portavoce Esteri di Teheran – . Che Fini andasse o non andasse alla manifestazione per noi non era importante. E non deve pensare che qualcosa di speciale sarebbe accaduto.


Fini ha rinunciato a presenziare alla fiaccolata del 3 novembre davanti all’ambasciata iraniana per protestare contro la dichiarazione del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, secondo cui Israele dovrebbe essere “spazzato via dalla carta geografica”, affermando di temere “da parte iraniana conseguenze lesive dei nostri interessi nazionali e della sicurezza dei nostri connazionali”.


Il portavoce iraniano Asefi ha detto, come riferito dalla Farnesina, che Teheran non intende “prendere conseguenze affrettate, ma è chiaro che le relazioni politiche ed economiche saranno bilanciate e connesse le une con le altre”, in quanto basate su una posizione di eguaglianza.


“Alla Farnesina si osserva che le affermazioni del portavoce iraniano vanno respinte al mittente, perché il Ministro Fini non può certo accettare lezioni di comportamento provenienti da un portavoce estero”, è la secca replica del ministero degli Esteri italiano.


“Il Sig. Hamid Reza Asefi sembra non aver compreso il pur chiaro messaggio espresso dal Ministro Fini: nessuno vuole isolare l’Iran, anzi tutti noi auspichiamo che Teheran, adottando comportamenti responsabili, voglia giocare un ruolo di stabilizzazione nella sua regione, ma è l’Iran che inevitabilmente isola se stesso nel momento in cui nega il diritto all’esistenza di un altro Stato e di un altro popolo”, si conclude la nota della Farnesina.