Unione, Prodi attacca la Cdl e mobilita la piazza

ROMA – Un governo “inetto” e “arrogante” che ha fatto leggi ad personam per “salvare Berlusconi e i suoi amici dalla giustizia”, che cerca di cambiare la legge elettorale per evitare una pesante sconfitta e presenta una finanziaria “irresponsabile” tipica di “chi sta scappando” e lascia al centrosinistra il compito del risanamento.


Romano Prodi, a nome di tutto il centrosinistra, presente con i suoi leader sul palco, attacca con parole dure la Casa delle libertà sulla legge elettorale e la manovra economica mobilitando il popolo di centrosinistra, che ha riempito piazza del Popolo.


Un comizio considerato “un successo” per l’afflusso di persone anche grazie ad una tregua meteorologica (gli organizzatori parlano di 100 mila persone, la questura dice 30 mila), indetto con lo scopo di galvanizzare l’elettorato di centrosinistra in vista del duro confronto che si apre questa settimana in Parlamento sulla legge elettorale e nelle prossime settimane sulla manovra economica.


Ma anche un appuntamento di piazza ad una settimana dalle primarie dell’Unione su cui sia Prodi che Bertinotti puntano le loro carte e che nell’Unione vengono considerate come un potente fattore di mobilitazione contro il governo, un assaggio di campagna elettorale.


Se c’era qualche incertezza alla vigilia, vista la pioggia persistente dei giorni scorsi e la difficoltà a mettere in piedi in pochi giorni una manifestazione in una delle piazze più grandi di Roma, il risultato sembra confortare il professore e lo stato maggiore dell’Unione. “Non mi aspettavo – ha commentato Prodi scendendo dal palco – una piazza così piena, con un sole meraviglioso. Meglio di così non poteva essere”. “E’ stata una dimostrazione di forza serena, unita” ha aggiunto il professore che ha ricevuto anche gli apprezzamenti del candidato concorrente alle primarie Fausto Bertinotti: “Mi pare che il discorso abbia accolto in grandissima misura gli umori della piazza”. “Ho idee diverse da quelle di Prodi ma entrambe sono compatibili con la grande domanda di cambiamento che viene dalla piazza” ha chiosato il leader del Prc.


Di fronte a questa sintonia tra Prodi e Bertinotti, Clemente Mastella si è augurato che il professore “non sposti troppo a sinistra l’asse della coalizione”. Ma, a parte l’appunto del leader dell’Udeur, anche lui concorrente alle primarie, gli altri esponenti del centrosinistra hanno apprezzato i toni decisi del professore che, nonostante la scarsa attitudine oratoria, come notava qualche esponente dell’Unione, “è riuscito a riscaldare la piazza”.


In effetti, Prodi non ha fatto sconti ed ha esordito con un “siamo tutti offesi da tanta inettitudine. Non meritiamo di essere governati così male. Hanno promesso miracoli e prodotto disastri”. “Gli italiani – ha proseguito – sono stati spettatori dell’arroganza di un potere che non ha esitato a ricorrere a leggi ad personam, talmente spudorate che perfino chi ne ha curato la prima stesura se ne vergogna e le disconosce: la legge Cirielli oggi si chiama ex Cirielli”.


L’intenzione della Cdl di cambiare la legge elettorale è stata bollata come un tentativo “furbesco” per mettere in difficoltà gli avversari, “con questa legge si fa del male agli italiani perché sarà ancora più difficile governare” e “si incentiverà il ritorno alla partitocrazia”. Ma, ha chiosato Prodi:”Il bene del Paese è l’ultimo dei pensieri di chi ci sta governando”.


Il Professore ha tacciato di irresponsabilità il governo per una finanziaria fatta da chi “sa che l’anno prossimo non dovrà esser lui ad affrontare i problemi del Paese”. Secondo Prodi “non ci sono interventi e misure strutturali” ma “tagli e tetti di spesa” per gli enti locali che colpiscono “le fasce piú deboli della popolazione”. Tagli, ha denunciato Prodi, perseguiti in questi anni (“fino ad un 20% reale” dei trasferimenti) per finanziare una riforma dell’Irpef che “si è trasformata in una inaccettabile forma  di ricchezza a chi più ha”. “Questa è una maggioranza classista che ha fatto una politica di classe” ha tuonato Prodi in uno dei passaggi più applauditi insieme a quello sulla politica estera del Cavaliere “ridotta a incontri conviviali in ranches, in dacie e nelle sfarzose ville private fortificate con i nostri soldi”.


L’accenno ai lavori di ristrutturazione di Villa Certosa in Sardegna è stato accolto da un’ovazione da parte di una piazza che ha scandito più volte l’invito alla “unitá” quando Prodi ha ricordato le primarie di domenica prossima e ha ringraziato gli altri candidati per il loro “fair play e lo spirito di amicizia”.