Varata la Finanziaria 2006

ROMA – Dai fondi per il Tfr al taglio dei contributi per le imprese; dalle riduzioni degli stipendi per i politici al drastico dimezzamento dei soldi per consulenze, convegni e pubblicità fino alla possibilità di vendere la propria automobile senza più ricorrere ad un notaio. La Finanziaria 2006 licenziata ieri dal Consiglio dei ministri è ricca di novità che impattano direttamente sulla vita dei cittadini, e anche di tagli alla spesa che hanno fatto insorgere i rapresentanti degli enti locali. Un caso per tutti, Roma: il sindaco Veltroni ha convocato una conferenza stampa in cui ha anticipato ai cronisti che la manovra prevede un taglio di 320 milioni ai finanziamenti per la capitale, pari a un terzo del budget 2005; se queste cifre fossero confermate, ha detto Veltroni, si avrebbero drastiche riduzioni del trasporto pubblico cittadino, tra cui la chiusura del metro anticipata alle 20.30 di sera, lo spegnimento forzoso di 20 mila lampioni su 150 mila, il taglio di un migliaio di posti di lavoro. Il premier Berlusconi ha definito la manovra come “una Finanziaria responsabile, certamente non elettorale” e ne ha descritto i tratti essenziali: avrà un’entità di 20 miliardi, di cui “11,5 miliardi di entrate per la correzione del rapporto deficit/Pil, 4,5 miliardi di conti pubblici, 4 miliardi per lo sviluppo e la solidarietà”. In quest’ultimo capitolo rientrano un “bonus bebé” di entità imprecisata e un “bonus nonni”, valido solo per il 2006, di 535 euro mensili da erogare agli over 70 a bassissimo reddito. In una giornata densa di avvenimenti a livello legislativo e istituzionale, che ha visto il Senato licenziare la riforma dell’università in un’aula che l’opposizione ha disertato per protesta, si registra l’ennesima puntata della telenovela-Bankitalia: il consiglio superiore dell’istituto, l’unico organismo con il potere di revocare il mandato al governatore, gli ha rinnovato la fiducia. Proprio nel giorno in cui il New York Times descriveva ai suoi lettori lo strano Paese la cui banca centrale è presieduta da un uomo di cui “ogni persona adulta” ha chiesto le dimissioni. Banchieri esclusi, evidentemente.