Bankitalia, Siniscalco avverte: a rischio la credibilità del Paese

ROMA – La bufera che ha investito il governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, di cui il centrosinistra chiede a gran voce le dimissioni, spacca il governo. Da un lato i ministri leghisti, dall’altra il ministro dell’Economia Siniscalco, che avverte: ormai nella Ue seguono questa vicenda con molta attenzione, è a rischio la credibilità del nostro paese all’estero.


Le richieste di dimissioni, forti e categoriche, da parte dell’opposizione sono giunte dopo che sui due più diffusi quotidiani italiani, Corriere della Sera e Repubblica, erano apparse le trascrizioni di una corposa tranche di intercettazioni telefoniche relative alla vicenda Antonveneta, per la quale l’ad di Bpi, Gianpaolo Fiorani, è stato oggi inquisito per aggiotaggio. Proprio Fiorani è uno dei personaggi che parlano in quelle intercettazioni; dall’altro capo del telefono vi sono il governatore Fazio e, in una veste assolutamente inaspettata di consigliera e quasi di “vicegovernatrice”, sua moglie Cristina Rosati (nella foto).


“Il tenore di molte delle conversazioni intercettate – riassume il giudice Clementina Forleo, che ha convalidato il sequestro delle azioni dei “concertisti” disponendo inoltre la sospensione dai loro uffici di Fiorani e dei “soci” Emilio Gnutti e Stefano Ricucci – evidenzia che i rapporti tra gli indagati e altri personaggi” dell’inchiesta, “lungi dall’incanalarsi in fisiologici rapporti istituzionali o in rapporti meramente amicali, appaiono contrassegnati da illegittime pressioni da un lato e da illeciti favoritismi dall’altro, in totale spregio delle regole poste a presidio del sistema dei controlli facenti capo in particolare alla Banca d’Italia”. Dalle intercettazioni si avrebbe riscontro a tutte quelle irregolarità che hanno costellato l’Opa Bpi su Antonveneta: finte cessioni di quote orchestrate a tavolino delle quali Bankitalia, ipotizzano gli inquirenti, era a conoscenza ma che non sanzionò; una frenetica ricerca di telefoni “puliti” in seguito alla segnalazione da parte di amici in alto loco che erano state disposte intercettazioni; il tentativo di fare pesanti pressioni sulla Consob: “Gli ho detto testualmente – dice Fiorani in una telefonata intercettata il 28 giugno, riferendosi a un funzionario della Consob in procinto di andare a rapporto dal presidente dell’ente di controllo, Cardia: – guardi, professore, io mi auguro che tutto quanto funzioni bene oggi, mi raccomando a lei, mi raccomando al Presidente, lo dice al Presidente, non facciamo che si alzi un ulteriore livello di conflitto che ne abbiamo già abbastanza, ma se così sarà noi dovremo farlo ahimè… Ho detto: dipende da te e dalla persona a cui vai a riferire a mezzogiorno…che sia molto chiaro il messaggio!”.


Al di là della fondatezza delle accuse, sta di fatto che la credibilità della Banca d’Italia, in questo momento, sta soffrendo. Un fatto evidente che ha imposto una riunione del Consiglio dei ministri, nella quale Siniscalco ha avvertito i colleghi: l’Unione europea è preoccupata, gli occhi dei nostri partner sono su di noi. Parole confermate a Bruxelles da Oliver Drawes, portavoce del commissario Ue al Mercato interno, Charlie McCreevy. “Sì, la Commissione è preoccupata riguardo alla situazione italiana – ha detto Drewes. – Stiamo monitorando attentamente gli eventi e raccogliamo informazioni quotidianamente. Ma al momento non possiamo trarre alcuna conclusione”. Il ministro Maroni ha precisato che in Cdm “non sono stati avanzati atti d’acusa contro Fazio”, mentre il ministro Giovanardi afferma che “sarebbe assurdo procedere alla rimozione di un’alta carica dello Stato sulla base di intercettazioni pubblicate, illegalmente, sui giornali”.


Illegali, ma impressionanti. “O Fazio smentisce quanto pubblicato da Repubblica e Corsera, o si dimetta” chiede Vannino Chiti dei Ds. “Anche la signora Cristina dovrebbe dimettersi: veda lei da cosa” aggiunge Pierluigi Mantini, deputato della Margherita, secondo cui “il danno di credibilità fatto all’Italia è enorme. Viene da chiedersi da quanti anni vanno avanti queste collusioni. La Lega e il centrodestra la smettano di difendere Fazio e il governo intervenga per garantire una soluzione autorevole di transizione”.