Esame superato


Caracas

– E’ quasi fatta. La scuola Codazzi, unica scuola italiana in Venezuela, sicuramente otterrá il riconoscimento della ” paritá scolastica” dopo la visita di una commissione interministeriale composta da Ornella Scarpellini, Donatella Angioni, e di cui era capodelegazione Paolo Scartozzoni, funzionario del Ministero degli Affari Esteri. Un riconoscimento, quello della “paritá”, reso necessario dalla introduzione delle riforma Moratti (ultimo governo Berlusconi) con la quale si è cercato di fare chiarezza nella intricata giungla delle scuole private . La Codazzi fino ad ora aveva ottenuto la paritá “con riserva”, da sciogliersi dopo una verifica ministeriale che, purtroppo, è stata fatta con grande ritardo. Alla fine peró la verifica è arrivata. E la nostra scuola ha aperto le porte alla delegazione. Paolo Scartozzoni, funzionario del Ministero degli Affari Esteri, nonostante i vaticini delle cassandre che non si stancano di lanciare tam tam allarmanti sulla salute e sul futuro della Scuola Codazzi, ha commentato: “In Venezuela la Codazzi ci ha lasciati soddisfatti, dal punto di vista didattico e anche dal punto di vista amministrativo. Certo ci sono da fare piccole correzioni, abbiamo dato alcuni consigli, ma il giudizio è positivo. Queste stesse verifiche le stiamo facendo anche in altre parti del mondo: Brasile, Colombia, Perú.”. Esame passato, quindi! Arriveranno anche i consueti finanziamenti statali, utilizzati da sempre per mantenere alta la qualitá didattica di un Istituto che gode di grande prestigio a Caracas . Ancora aperta, invece, la querelle sull’equivalenza del titolo di studio. Cerchiamo di sintetizzare: chi si diploma alla Codazzi, nella sezione didattica italiana, non puó accedere alle universitá venezuelane, a meno che l’ultimo anno di studi non sostenga oltre all’esame finale italiano, anche quello integrativo venezuelano. Un doppio lavoro, un impiccio che scoraggia molti a iscriversi.


Ma non è un problema insolvibile. Lo hanno già risolto varie altre scuole italiane in America Latina, recentemente anche quella di Montevideo. Non resta che augurarsi che anche in Venezuela le nostre autorità diplomatiche riescano a chiudere le trattative (giá aperte da tempo) con le autoritá venezuelane, portando a casa la tanto attesa equivalenza del titolo (niente doppio esame, quindi). Sará un vero e proprio toccasana, la soluzione di un problema che si trascina da tempo, risolto in passato con il passaggio di almeno un anno in un’università italiana, passaggio che oggi per la gran maggioranza degli studenti appare un’utopia. In altri casi l’ostacolo è stato aggirato con i titoli “comprati”. Una strada che appariva una facile alternativa viste la difficoltà che richiede studiare parallelamente per ottenere il diploma italiano e quello venezuelano. Eppure la maggioranza di questi studenti aveva un’ottima preparazione e lo dimostravano i buoni risultati ottenuti negli esami di ammissione alle università. Ma ovviamente titoli acquisiti irregolarmente non sono una soluzione e per alcuni giovani sono diventati un boomerang che ha bloccato i loro studi all’interno delle università locali. L’equivalenza diventa un diritto, una necessità di non poco conto ed è necessario che le autorità scolastiche e diplomatiche facciano tutti i passi necessari per ottenere l’ok dei due governi, quello italiano e quello venezuelano. C’è chi si chiede cosa vorranno in cambio le autoritá venezuelane nell’ inevitabile do ut des della politica. Per il momento su questo punto c’è stretto riserbo, girano alcune voci ( come quello di una scambio in tecnologia, visto che controlli sul merito della didattica italiana da parte venezuelana non sarebbero ben graditi), ma appunto sono voci, e naturaliter dubbie. Comunque a giudizio della commissione ministeriale, che pur non si è occupata in prima persona di questo,le trattative sono a buon punto, manca poco. Ce lo auguriamo tutti.


Un ultimo appunto. La Codazzi sará ( è) una scuola paritaria, quindi una scuola privata “pareggiata” ad una pubblica italiana, con la stessa funzione pubblica, per sintetizzare. E’ il caso di chiedersi se non sia opportuno attivare un sistema di finanziamenti, tramite borse di studio, che permettano a una quota di studenti italiani, che non possono pagarsi la retta, di avere ugualmente accesso alle sue aule.