Quanti imprenditori danneggiati?


A seguito delle inondazioni che hanno preoccupato il Venezuela durante i giorni di carnevale, le istituzioni italiane si sono attivate per cercare di monitorare la “crisi” nella comunitá italiana, cioè dei cittadini ma anche degli imprenditori. Fortunatamente né i Vice-consolati sparsi sul territorio, né la Cavenit hanno ricevuto segnalazioni per problemi particolari. Proprio la Cavenit, peró, ha pensato bene di approfondire l’indagine, inviando una comunicazione a tutti i soci, o ex-soci, e invitandoli a segnalare i danni registrati: dal semplice cedimento strutturale, alle sospensioni delle attivitá, da danni dovuti alla mancanza di personale, a quelli dovuti al blocco delle vie di comunicazione. Un iniziativa importante che avrebbe dovuto portare alla creazione di un archivio in cui raccogliere tutte queste notizie. Per fortuna, peró,di questo archivio non c’è ne è stato bisogno. Escluso un imprenditore di Guarenas, che ha lamentato la caduta di una parete e l’inondazione di alcuni locali,nessuno si è fatto vivo, nessuno ha risposto alla sollecitazione. E’ una notizia positiva, anche se per completarla andrebbero fatte due piccole precisazioni. Molti imprenditori avranno preferito non pubblicizzare questo tipo di notizia, per paura di conseguenze negative sull’immagine dell’azienda. Una paura infondata, come gran parte delle paure in fondo, ma che trova spiegazione in una mentalitá imprenditoriale troppo spesso chiusa, restia a comunicare con l’esterno. Come osservava Alvaro Peressutti, della Cavenit-Maracay, bisognerebbe che l’imprenditore avesse una mentalitá autenticamente imprenditoriale, aperta. Una seconda annotazione è che probabilmente molti non avranno preso sul serio l’iniziativa della Cavenit, considerando inutile questo archivio. Ed invece si sbagliavano, raccogliere dati sui danni delle inondazioni sarebbe stato un modo per capire veramente cosa sia successo. Senza compresione nessun’altra azione è possibile.