Belluno – Sono oltre 500 gli oriundi del Sud America che si sono inseriti stabilmente in Veneto, dal punto di vista lavorativo e abitativo, grazie al «Progetto Rientro», voluto dalla Regione e avviato nel 2001 per dare risposte concrete ai molti problemi sorti con la grave crisi economica dell’Argentina. 10.000, invece, sono i cittadini sudamericani, in particolare argentini, brasiliani e cileni, che si sono rivolti agli Uffici Impiego delle Province per chiedere di poter lavorare nel Veneto.
Questi sono i dati forniti in questi giorni dalla Regione nel corso del convegno «Oriundi Veneti – Rientro, Bilanci e Prospettive», organizzato presso l’Auditorium Comunale, nell’ambito dell’annuale riunione della Consulta dei Veneti nel Mondo. Dati che sottolineano la validità del progetto voluto dalla Regione, come ha voluto riconoscere anche Ricardo Merlo, vice presidente della Consulta dei Veneti nel Mondo e Presidente del Coordinamento delle Associazioni dei Veneti in Argentina. A questo proposito, l’Assessore regionale ai Flussi Migratori, Raffaele Zanon, ha precisato che «continua a permanere una richiesta di rientro da parte di nostri emigrati e di loro discendenti che vivono nel Sud America, il che conferma la validità delle scelte del governo regionale, che hanno fatto del Veneto l’unica Regione in Italia ad applicare la legge Bossi-Fini in quella specifica parte, che prevede una corsia agevolata per il rientro in Italia di nostri oriundi per motivi di lavoro».
– Nei Consolati di molti Paesi, in prevalenza del Sud America – ha aggiunto Zanon – continua la pressione di molti per il riconoscimento della cittadinanza e pertanto è giusto e doveroso che il Veneto si attrezzi per accompagnare questi nostri emigrati a un rientro agevolato in territorio veneto. Uno degli strumenti più importanti per consentire queste facilitazioni, questi orientamenti necessari – ha precisato l’Assessore – è proprio l’attività degli sportelli presso le Province, che forniscono indicazioni sull’alloggio, sull’assistenza sociosanitaria, sull’inserimento lavorativo e sociale.
Zanon ha poi ribadito che «l’avvio di questo progetto non mirava assolutamente a depauperare l’Argentina, facilitando la fuoriuscita di giovani forze lavoro e di professionalità utili al Paese, ma aveva come obiettivo quello di garantire delle opportunità a chi si trovava in situazioni senza via d’uscita, o più semplicemente, a chi intendeva vivere un’esperienza lavorativa e professionalizzante nel nostro territorio». – Ritengo – ha concluso Zanon – di poter affermare, con orgoglio, che sono stati fatti passi importanti per la creazione di quella Veneto-Comunity che intendiamo far crescere, per far sì che si concretizzi quanto andiamo dicendo da tempo: la comunità Veneta è costituita sia da chi risiede nel territorio regionale, sia dai veneti, emigrati o discendenti, che abitano il mondo.