“Tullio de Piscopo: un vero virtuoso”


“Il reagetton?, certo, mi piace, la musica si divide in buona e cattiva, il reagetton ha un buon ritmo”. Con questa confessione-choc ( per farsi una idea del reagatton si pensi ad “ando buscando”) si chiude la chiacchierata con il Maestro Aldemaro Romero, sorseggiando caffè sul suo terrazzo, con lo scorcio dell’Avila a farci compagnia.


Un incontro “elevato”, con l’inventore di un nuovo stile popolare venezuelano chiamato Onda Nuova, nonché fondatore della Orchestra Filarmonica di Caracas: difficile stargli dietro quando parla di ritmo ternario, binario, piú facile quando ci racconta di come la musica italiana abbia influenzato il ritmo venezuelano.


Lo spunto per incontrarlo è il terzo Festival di Solisti “Aldemaro Romero” che si terrá in questi giorni a Caracas: un repertorio di musiche composto dall’autore venezuelano, che nelle due prime edizioni si è tenuto ad Udine e a Milano Marittima. Il pubblico italiano apprezzó e sostenne le performance di solisti provenienti da tutto il mondo: statunitensi, europei, russi. Adesso toccherá a Caracas dare il giusto tributo all’evento: in Venezuela per volontá del produttore italiano Aldo Pagani, che da sempre investe sulla musica di Romero. Una scelta, Caracas, motivata non solo dall’origine venezuelana del compositore, ma anche dal buon momento che attraversa la musica locale. “Sará un concorso ed uno spettacolo allo stesso tempo” spiega il maestro “da non perdere l’ultima serata quando si esibiranno il Pavo Frank assieme a Tullio De Piscopo, due grandissimi percussionisti”. -E’ stato facile scrivere l’accompagnamento per De Piscopo?- “Facilissimo: ho dovuto solo fare in modo che si mettesse in risalto il su talento, che potesse rivelarsi con i suoi insuperabili virtuosismi “- Che giornate saranno?- “quattro stupende giornate per quattro orchestre diverse, nella sala “Rosalía Castro della Hermandad Gallega”, e la presenza di tanti mucisisti di talento italiani: i maestri Ghini (violinista), Bernetti (trombonista), Trivellato (pianista) e Marzi (sassofonista)” – Come mai tanti italiani? – ” Poca gente conosce la relazione tra musica italiana e venezuelana, ed in effetti è una relazione molto sottile, ma non va dimenticata” -Ce la racconti- “Nel diciassettesimo secolo nacquero a Napoli due ingegnosi musicisti , padre e figlio: Alessandro e Domenico Scarlatti. Riconosciuti per il loro talento furono chiamati alla corte spagnola, dove giá si esibiva un altro mito della musica dell’epoca, anche lui italiano: Farinelli. Il re non si addormentava senza sentirlo cantare, ormai era diventata una vera e propria leggenda. Scarlatti ,immergendosi nel clima folcloristico spagnolo, rimase molto colpito dal Fandango, e si ispiró a questo per scrivere alcune sue opere. Fu contemporaneamente questo il periodo in cui la musica spagnola, con questa forte impronta italiana, arrivó in Venezuela, e piantó il seme da cui nacque quella autoctona”- la conversazione viene interrotta dalla telefonata del suo produttore, Aldo Pagani, anche lui in Venezuela per seguire da vicino il festival. “C’è pero anche un’altra veritá, sono letteramente affascinato dall’Italia , vorrei finire i miei giorni sul lago di Como, il posto che assolutamente preferisco. Quando posso ci torno sempre. Mi lega all’Italia anche un anno importante per la mia carriera. Era il ‘69 e composi la colonna sonora per un film del regista Blasetti, sulla vita di Bolivar. Ricevetti un premio prestigioso, il premio per la Pace degli intellettuali sovietici, nella incantevole Mosca. Il film non ebbe grande successo, la mia musica a quanto pare si” sorride sornione. Che progetti per il futuro?- ” Una mia biografia in spagnolo, ma per ora l’ho messa da parte: sono impegnatissimo nella composizione di alcuni poemi musicali per i 450 anni di Valencia”- non si stanca mai? ” la musica è la mia vita”