In Venezuela INCA significa solidarietà

Per gli italiani del Venezuela, che l’età obbliga al riposo, il Patronato INC è un importante punto di riferimento. Da anni si rivolgono al suo personale per avviare pratiche di pensione ma non solo, spesso vanno per un consiglio, una parola, un gesto di solidarietà nella solitudine che troppo spesso accompagna la terza età. Ed è proprio la serietà professionale ma anche e soprattutto le qualità umane di chi ogni giorno ha la responsabilità degli uffici INCA in Venezuela che è andato aumentando in maniera costante il numero di connazionali che lo sceglie come suo patronato e oggi si può dire senza alcun dubbio che esso è il più importante del paese.



Negli ultimi mesi l’INCA è diventato anche qualcosa di più. La crisi economica e politica che sconvolge il Venezuela ha acuito i suoi problemi sociali e la povertà, nelle sue forme più crudeli, bussa alla porta soprattutto dei settori più deboli: i vecchi e i bambini. Le strade si sono popolate di anziani che trascinano solitudine e acciacchi nella speranza di un’elemosina che li aiuti a comprare un pezzo di pane o una bottiglia del peggior liquore, antidoto infallibile per il dolore del vivere. Bambini di tutte le età, invece, si trasformano in colorati giocolieri per intrattenere, tra un semaforo e l’altro, le persone imbrigliate nel traffico costante della capitale, anche loro nella speranza di un’elemosina. Il gioco non strappa sorrisi dai loro volti stanchi e abituati alla violenza e alla fame. La vita che per tutti i bambini dovrebbe essere una pagina bianca da riempire con sogni e progetti, per questi piccoli giocolieri dallo sguardo triste, appare priva di qualsiasi allegria. E la povertà non ha risparmiato neanche la nostra collettività. L’età avanzata, le malattie, la mancanza di lavoro, di pensione e di qualsiasi altro aiuto consolare per chi, nel lungo cammino dell’emigrazione, ha dovuto lasciare dietro le spalle anche una documentazione di nazionalità, costringono molti italiani o italo-venezolani ad una vita di stenti.


Ma, all’interno della nostra collettività, c’è anche chi lavora senza sosta per aiutare i più deboli, coloro che soffrono. Sono persone che con un’azione silenziosa, lontana da falsi riflettori, dedicano tempo e sforzi ai meno fortunati.


Il Patronato INCA del Venezuela, ugualmente sensibile al dolore che cresce intorno a noi giorno dopo giorno, seguendo indicazioni che giungono direttamente dalla sede centrale di Roma e in particolare dal suo presidente Aldo Amoretti e dal responsabile esteri Antonio Bruzzese, ha iniziato a svolgere un’azione di solidarietà che va al di là del suo consueto lavoro. Dopo aver individuato due associazioni, gli “Scalabriniani Laici” e “Niños de la Calle” che da anni e senza sosta si dedicano all’aiuto dei più deboli ha offerto loro un contributo di cinquemila dollari ciascuno.


“Scalabriniani Laici”, è un’associazione che nasce in Venezuela grazie al costante lavoro di Francesco Santoro, artista approdato a Valencia con l’incarico di affrescare la Chiesa di San Antonio e che non è più andato via.


Colpito dalla gran quantità di emigranti che vivono clandestinamente, al margine della sopravvivenza, senza il fondamentale diritto all’esistenza, ha scelto di dedicare il suo lavoro e il suo tempo ad aiutarli. Mettendo su un mattone dopo l’altro ha costruito un’organizzazione che offre aiuto ogni giorno a più di 300 persone. Un lavoro che conta solamente con l’aiuto di pochi e soprattutto va avanti con ciò che Santoro ricava dalle sue opere. Artista riconosciuto internazionalmente, recentemente ha realizzato affreschi anche ad una chiesa di New York e a Valencia ha avviato una scuola di arte che funziona nelle soffitte della Chiesa di San Antonio.


Negli ultimi tempi è aumentato notevolmente il numero di italiani che si rivolgono all’organizzazione diretta da Santoro per un pasto caldo o alcune medicine. Ma uno dei problemi che più preoccupano Francesco Santoro e gli altri membri di questa organizzazione è quello di offrire, anche ai figli degli indocumentati, una possibilità di studio. È nata così una piccola scuola che sta funzionando in locali della stessa Chiesa. All’inizio è stata una sola pluriclasse ma già per il prossimo anno si spera di contare con maggiore spazio per rispondere alla domanda crescente. Sono bambini che altrimenti non avrebbero diritto allo studio perchè privi di documentazione.


Grande è stata l’emozione del momento in cui Gianni Di Vaira, coordinatore generale dell’INCA Venezuela e Marisa Bafile, presidentessa, hanno consegnato l’assegno a questa istituzione per la creazione di un’aula che si chiamerà Aula INCA e che permetterà a un numero crescente di piccoli di avere una normale educazione scolastica e, almeno in parte, una vita come quella che dovrebbero avere tutti i bambini del mondo.


Sappiamo, purtroppo che non è così. Le città sono popolate da piccole ombre, visi smunti, occhi senza speranza. L’abitudine li trasforma in parte del panorama e i piú li sfiorano ormai senza vederli.


Ma c’é chi ha il coraggio di guardare e di aiutare. C’é chi fora l’indifferenza e costruisce la speranza. Deanna Albano é tra questi. Fiorentina, sempre sorridente ma con la determinazione di chi é abituato a lottare per rendere possibile l’impossibile, da dieci anni dedica ogni ora della sua vita ai bambini della strada. Al suo fianco Gustavo Misle, filosofo, pecora nera di una famiglia aristocratica in cui il successo é legato al conto in banca.


Lavorano per e con piccoli di ogni etá, vittime di ogni violenza. Senza affetti, senza documenti, senza istruzione, ma soprattutto senza rispetto per sé stessi.


– Abbiamo capito – ci dice Deanna – che per aiutarli realmente ad uscire dalla miseria, in senso lato, bisognava restituire loro la bellezza, il piacere di fare cose belle.-


E cosí nasce, in una delle zone piú povere e pericolose di Caracas, un laboratorio per elaborare la carta. La curiositá avvicina i primi ragazzini. I risultati sono subito soprendenti. Molti non sanno né leggere né scrivere ma scoprono attraverso l’artigianato della carta il modo di esprimere sé stessi. Mescolano colori e restano abbagliati e felici dai risultati. Scoprono che anche dalle loro piccole mani puó scaturire la bellezza.


– Secondo la mentalità comune – spiega Deanna – la bellezza è prerogativa esclusiva della ricchezza. Alla base del concetto di carità c’è l’idea che i poveri devono imparare ad accontentarsi e a ringraziare. Noi vogliamo rompere questi schemi.- Un esperimento entusiasmante. Bambini che erano incapaci di imparare a leggere e scrivere, trovano, attraverso il disegno, un modo diverso di comunicare che piano piano li porta anche alla lettura e scrittura tradizionali.


Molti altri, però, continuano a restare prigionieri della strada e per loro non c’è nessuna famiglia che si preoccupa di curare un raffreddore o un’infezione nè di spiegargli come funziona il corpo quando l’adolescenza lo strappa all’infanzia. Per tutti loro Deanna e Gustavo hanno creato il servizio “Niños para la salud”, un servizio medico che funziona in un’ambulanza che si sposta nelle zone più povere. Un medico e un’infermiera offrono servizio di emergenza a bambini e ragazzi che generalmente non vengono accettati nei normali ambulatori perchè non si presentano accompagnati da un adulto o perchè arrivano troppo sporchi. A volte, la paura di essere trasferiti in un’istituzione che ha più le parvenze di carcere che di orfanotrofio, mantiene loro stessi lontani dai tradizionali luoghi nei quali potrebbero curare le loro emergenze. Ciò che li colpisce nella maggioranza dei casi sono infezioni, lesioni o crisi allergiche per punture di insetti, parassiti, diarrea, ferite da arma bianca o da fuoco, malattie veneree o gravidanza. Nell’ambulanza di Deanna e Gustavo trovano aiuto medico e psicologico. Di loro si fidano. Ma il finanziamento offerto da un’istituzione bancaria che ha permesso il mantenimento di questo servizio tanto importante è venuto meno proprio ora, proprio quando ce n’è più bisogno. Ecco dunque che l’INCA del Venezuela è intervenuto a suo sostegno con un altro contributo di 5mila dollari. E l’ambulanza dei “Niños de la calle” è di nuovo in strada a portare sostegno e aiuto ai più piccoli, quelli per i quali la povertà significa anche malattia.


Chi vive in questi paesi sa quanto sia importante contare con istituzioni che fanno della solidarietà uno dei loro obiettivi. Già in altre parti del mondo l’INCA si è fatto promotore, con successo, di iniziative simili. Soprattutto in Argentina dove sono state portate avanti azioni di grande respiro, importantissime per intervenire nelle situazioni di dolore. Forare l’indifferenza, recepire le necessità dei paesi in cui operano: questa è la filosofia del patronato INCA in tutto il mondo e noi, che viviamo in uno di quei paesi in cui la miseria e l’ingiustizia fanno parte di una dolorosa quotidianità, sappiamo quanto sia importante sapere che non si è soli.