Misurata è allo stremo. Continuano i raid su Tripoli

TRIPOLI – Secondo il bilancio ufficiale del governo di Tripoli, dall’inizio della guerra si contano un centinaio di morti in Libia, e sono tutti civili. Fonti mediche aggiungono che ci sono circa 1.300 feriti. L’Italia è d’accordo con l’embargo petrolifero, ma chiede che sia frutto di una risoluzione dell’Onu. E intanto i ribelli chiedono armi dagli alleati, ma avvertono: no a un intervento di terra della Nato. A Misurata gli insorti continuano a combattere per respingere le truppe lealiste del colonnello Gheddafi che assediano la città.
Gli scontri nelle ultime ore si stanno concentrando nella zona del porto che, in un primo momento, sembrava fosse caduto in mano alle truppe del raìs, ma che testimoni interpellati dalla Cnn sostengono essere ancora in mano ai ribelli, pur sotto il fuoco dei cecchini lealisti.


Intanto la Co-Mai, Comunità del Mondo Arabo in Italia, denuncia che la città sarebbe ormai allo stremo: “C′è un rischio alto di epidemia a Misurata dopo il bombardamento dell′ospedale, in quanto ha messo a grave rischio l′assistenza sanitaria anche nei villaggi vicini, dove ci sono cadaveri per la strada da giorni e non c′è elettricità e mezzi di soccorso”.


Il 90 per cento della popolazione sarebbe inoltre senz′acqua. Un appello arriva anche dall′Unicef che chiede un corridoio umanitario per la popolazione: “In questo momento non si può portare aiuto alla popolazione, ci sono ancora combattimenti e siamo preoccupati – spiega Maria Luisa Fornara, che si trova in un campo profughi al confine tra Libia e Tunisia – Noi, insieme alle altre agenzie umanitarie, ci stiamo preparando per l′eventualità che si possa aprire il corridoio umanitario, sia dalla parte dell′Egitto sia della frontiera con la Tunisia. Ci auguriamo che ciò si realizzi”.


Intano non accennano a fermarsi i raid aerei francesi su Tripoli e lo Stato Maggiore del Paese transalpino ha affermato che “non cesseranno”. Secondo quanto riferito dalle autorità militari, nella notte sarebbe stata colpita una base militare a 250 chilometri dalla costa.


Durante la mattinata di ieri è nato un piccolo giallo sul presunto abbattimento di un caccia francese, prima annunciato da un quotidiano libico e successivamente smentito da un portavoce militare del governo di Sarkozy. Ad essere abbattuto, secondo quanto riportato dall′emittente americana Abc, è stato un jet libico che tentava di violare la no fly zone. Intanto, mentre la tv libica mostra 18 cadaveri carbonizzati, sostenendo che sono vittime civili dei bombardamenti, un inviato della tv araba Al-Jazeera ha riferito che “una delle brigate del colonnello Muammar Gheddafi presenti ad Ajdabiya, in Cirenaica, starebbe trattando la resa con i ribelli libici che assediano da giorni la città”.