Colonna di blindati da Russia. Kiev chiede aiuto alla Nato

MOSCA. – Kiev chiede un “aiuto pratico” e “decisioni cruciali” alla Nato alla vigilia del suo summit del 4-5 settembre in Galles, mentre denuncia ancora una volta l’ennesima incursione russa con una colonna di 100 veicoli militari e subisce la contro offensiva dei ribelli filorussi nel sud-est del Paese, dove si è aperto un terzo fronte di guerra, sul mare di Azov. E’ la conferma di quanto sia stato infruttuoso, almeno per ora, il primo faccia faccia tra Putin e Poroshenko a Minsk. Del resto il leader del Cremlino, pur tendendo apparentemente la mano a Kiev, aveva ammonito che il cessate il fuoco è “un affare interno all’Ucraina”. E aveva pure ridimensionato la cattura di dieci parà russi in territorio ucraino come un errore, ricordando che è capitato spesso anche alla controparte. In realtà quella di Putin sembra ora una cinica sfida, e neppure più tanto dissimulata, come suggeriscono le sempre più frequenti notizie sulla presenza di forze russe dentro il territorio ucraino. E come cominciano a denunciare alcuni media russi liberali, riportando le misteriose morti di alcuni militari e pretendendo la verità sulla partecipazione del Paese al conflitto. “La Russia fa la guerra contro l’Ucraina? E, se sì, per quali ragioni?”, chiede in un editoriale Vedomosti, uno dei principali quotidiani del Paese. “Sicuramente gli uomini politici e i militari russi vogliono agire come in Crimea, dove la partecipazione dei nostri soldati è stata riconosciuta solo in un momento successivo”, prosegue il giornale. “Diverse decine di uomini della 76/ma divisione aerotrasportata non rispondono più ai loro cari, mentre la gerarchia militare assicura che sono tutti sani e salvi”, denuncia Novaia Gazeta, il giornale di Anna Politkovskaia. La tv indipendente Dozhd riferisce che Liudmila Vogatienkova, capo del comitato delle madri dei soldati della regione meridionale di Stavropol, ha compilato una lista con circa 400 tra militari russi morti e feriti recentemente. Novie Izvestia ipotizza addirittura che ai soldati mandati in Ucraina sia stato proposto di lasciare formalmente l’esercito firmando contratti ad hoc, in modo da risultare volontari. Un po’ come successe alla vigilia della prima guerra russo-cecena nel 1994, con il fallito attacco a Grozny. La sfida a Kiev risuona anche nelle parole del ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov: il secondo convoglio umanitario che Mosca intende mandare nei prossimi giorni nell’est dell’Ucraina “non sarà l’ultimo”, avvisa. Il premier ucraino Arseni Iatseniuk non trova di meglio che chiedere aiuto alla Nato di fronte ad una campagna militare che comincia a diventare in salita. Peraltro sullo sfondo dell’inizio della campagna elettorale, con il battesimo del blocco Poroshenko e l’addio al partito della Timoshenko da parte dello stesso Iatseniuk e del presidente del parlamento Oleksandr Turcinov. Sul terreno, dove nelle ultime 24 ore ha perso altri 13 uomini, Kiev denuncia l’avanzata di una colonna di 100 veicoli, “tra cui tank, blindati, lancia missili multipli Grad” venuti dalla Russia in una zona a sud di Donetsk. E l’installazione del “quartier generale di un battaglione tattico delle forze armate russe alla periferia della località Pobeda”, ad una cinquantina di km a sud-est di Donetsk e a una sessantina dalla frontiera russa. E’ questa l’area dove l’esercito governativo sembra perdere posizioni, in seguito all’apertura di un terzo fronte a Novoazovsk, sul mare di Azov: l’Afp non ha constatato la presenza di soldati o posti di blocco delle forze ucraine, ma solo di combattenti filorussi. Nel villaggio di Starobeshevo, ad una trentina di km a sud-est da Donetsk, i ribelli hanno scoperto decine di casse di munizioni e numerosi veicoli militari abbandonati, segno – per l’Afp – di un ritiro precipitoso dell’esercito ucraino. Secondo gli abitanti, questa fuga si sarebbe verificata lunedì dopo i primi bombardamenti da est, in direzione della frontiera russa, ad una trentina di chilometri. A Novoazovsk, nell’area a ovest del villaggio, non c’è più traccia dello sbarramento allestito dall’esercito ucraino. I civili, intanto, continuano a morire: un colpo di artiglieria ha ucciso tre persone a bordo di un’auto, a Donetsk. Intanto si è avuto notizia di una telefonata tra la Angela Merkel e Vladimir Putin nella quale la cancelliera ha chiesto al leader del Cremlino di spiegare la presenza di soldati russi sul territorio ucraino e ha esortato la Russia ad assumersi le sue responsabilità per una de-escalation della crisi. (Claudio Salvalaggio/Ansa)

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