Pubblica Amministrazione: occhi al Colle per la firma

ROMA. – Il testo definitivo, a dieci giorni dal via libera del Consiglio dei ministri, ancora non c’è. Ma ormai il decreto che avvia la riforma della pubblica amministrazione sembra in dirittura di arrivo. Gli occhi sono tutti al Quirinale, in attesa che Giorgio Napolitano, una volta ricevuto il pacchetto ‘rinnovato’, apponga la firma sui decreti. Quello per la competitività delle imprese già sarebbe arrivato alla sua attenzione, mentre quello della P.a. rivisto e corretto (e bollinato dalla Ragioneria dello Stato) ancora non è stato trasmesso al Colle. Il lavoro di limatura sta proseguendo intensamente, e già alcuni nodi sarebbero in via di soluzione. Come quello dello stop al trattenimento in servizio per i magistrati oltre i 70 anni: in una delle ultime bozze del provvedimento la misura è stata ammorbidita, applicando il periodo di transizione (dal 31 ottobre 2014 previsto per lo stop per il resto dei dipendenti della P.a. fino al 31 dicembre 2015, e si starebbe ancora valutando se ampliarlo al 2016) a tutte le toghe, non solo a quelle nelle posizioni apicali, e comprendendo anche militari e avvocati dello Stato. Intervento anche per preservare l’istituto del richiamo in servizio per le Forze Armate, che permette di far tornare al lavoro i militari in pensione, che sarebbero stati esplicitamente esclusi. ALtro capitolo ancora in fieri quello dell’Anticorruzione: l’attribuzione dei nuovi poteri a Raffaele Cantone dopo lo scandalo dell’Expo, peraltro, è stata chiesta a gran voce di nuovo dal governatore della Lombardia, Roberto Maroni, che ha definito “incomprensibile che un decreto così urgente sia ancora un fantasma”, chiedendo al governo “di darsi una mossa e pubblicarlo”. Polemica respinta dal ministro Maurizio Lupi che ha sottolineato: ”le cose le stiamo facendo e i lavori vanno avanti”. Dal canto suo il magistrato chiamato alla guida dell’Authority ha chiarito che l’Anticorruzione non è affatto ”un organismo di ausilio o di complemento dell’autorità giudiziaria; non è assolutamente compito dell’autorità scoprire fatti di corruzione. Il compito è quello di garantire il rispetto delle norme”. In una delle ultime riscritture del testo restano fermi i poteri di intervento già annunciati, che sono gestiti insieme con il prefetto: in sostanza Cantone propone, il prefetto commissaria singoli appalti (e il prefetto può anche agire motu proprio) ma, e questa sarebbe una delle ultime novità, si dà un po’ di tempo alle aziende nel mirino per adeguarsi e sostituire gli organi sociali: 30 giorni che si riducono a 10 nei casi più gravi. Tra le modifiche dell’ultima ora, sarebbe saltata, invece, la norma che introduceva il documento unico di circolazione dei veicoli che dava, per il solo 2015, la possibilità di aumentare il bollo auto fino al 12%. Altra piccola modifica al capitolo taglio di distacchi e permessi sindacali, che partirebbe non più dal 1 agosto ma dal 1 settembre. Una limatura che non cambia nella sostanza l’intervento, bocciato dai sindacati insieme all’impianto complessivo della riforma sul quale, ribadisce Susanna Camusso “non ci è parso che ci sia stato un confronto”, peraltro “su un oggetto fantasma. Ci pare ci sia una dichiarazione roboante rispetto a scelte che non cambieranno di una virgola i rapporti tra cittadini e P.a. Servirebbe – ha ribadito – un po’ più di coraggio”. (Silvia Gasparetto/ANSA)

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